Pantani caso riaperto. “I CLAN HANNO AVVICINATO GLI ADDETTI AI CONTROLLI ANTIDOPING E LI HANNO CORROTTI”-

TUTTI GLI ELEMENTI CHE HANNO PORTATO ALLA RIAPERTURA DELL’INDAGINE SULL’ESCLUSIONE DI PANTANI DAL GIRO DEL ’99 –

15.7.2024 dagospia.com lettura2’

LE CARTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA E LA PISTA DELLA CAMORRA: SI CITANO LE VOCI RACCOLTE IN CARCERE (IN PRIMIS DA RENATO VALLANZASCA) A PROPOSITO DI UN’OPERAZIONE DEI CLAN PER INCASSARE CIFRE ENORMI DA SCOMMESSE CLANDESTINE - TONINA PANTANI, MAMMA DI MARCO: "SONO CONTENTA MA..."

Marco Bonarrigo per il "Corriere della Sera" - Estratti

Se alle 7 e 46 del 5 giugno 1999 all’Hotel Touring di Madonna di Campiglio si è davvero verificato il più clamoroso cold case dello sport italiano, la Direzione distrettuale antimafia di Trento che ha riaperto il caso dovrà prima di tutto individuare la vittima.

Perché secondo i magistrati che giudicarono Marco Pantani nel 2003 l’ematocrito fuori norma (53% contro il limite di 50%) del campione di sangue n. 11.440 prelevato al fuoriclasse romagnolo, subito espulso dal Giro d’Italia che stava dominando, «era certamente dovuto a una stimolazione farmacologica del midollo eritroide attraverso l’assunzione di eritropoietina (Epo), farmaco proibito» da parte di Pantani stesso.

Ipotizzando che il Pirata sia stato invece vittima, la procuratrice Patrizia Foiera dovrà trovare un movente, un mandante e gli esecutori materiali del gesto: il «Modello 44» aperto con l’ipotesi di reato di associazione mafiosa per ora è a carico di ignoti.

L’input all’iniziativa giudiziaria arriva da un report del 2022 della Commissione parlamentare antimafia che mette in dubbio le modalità del prelievo riprendendo le osservazioni della difesa al processo e testimonianze più recenti. Si contesta l’affidabilità del Coulter Counter-Act 8 che centrifugò il sangue (all’epoca sequestrato e periziato da tre esperti assieme alle provette: tutto in regola) e punta sui valori alti ma regolari di Pantani poche ore dopo (esame privato) all’ospedale di Imola, variazione che i periti considerarono fisiologica per il tempo trascorso e l’idratazione.

Si contestano poi la procedura di test stabilita dall’Unione ciclistica internazionale e il ruolo degli ispettori medici (tutti ospedalieri), alcuni dei quali nel frattempo deceduti.

Si citano le voci raccolte in carcere (in primis da Renato Vallanzasca) a proposito di un’operazione della camorra per corrompere prelevatori/esaminatori e incassare cifre enormi da scommesse clandestine.

Su quei fatti hanno testimoniato in passato — in più fasi e in diverse audizioni, senza comunque un esito giudiziario — i pregiudicati Rosario Tolomelli («I fatti mi vennero riferiti da Angelo Gagliardi, affiliato al Clan La Torre») e lo stesso La Torre che spiegò di «non essere a conoscenza di come fecero a far risultare positivo Pantani. Il clan ha avvicinato sicuramente gli addetti ai controlli e li ha corrotti. Immagino si siano serviti di persone napoletane, anche non facenti parte direttamente della camorra che potevano avere contatti professionali con i dottori».

Pregiudicati a parte, tutti elementi già esaminati nel 2003 ascoltando decine di testimoni che gli inquirenti di Trento stanno convocando di nuovo: atleti, tecnici, soggetti presenti a qualunque titolo all’Hotel Touring.

Tonina Pantani, mamma di Marco, «è contenta ma non si fa illusioni», l’avvocato della famiglia Fiorenzo Alessi cita come movente «possibili attriti tra controllore e controllato perché Pantani si schierò criticamente contro i prelievi mattutini».

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