I Giochi olimpici sono al centro di intrighi
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Susanna Tamaro va dove la porta il cuore e dunque, assicura, non crederà mai alla colpevolezza recidiva per doping di Alex Schwazer
di Franco Adriano Italia Oggi 1.8.2016
Susanna Tamaro va dove la porta il cuore e dunque, assicura, non crederà mai alla colpevolezza recidiva per doping di Alex Schwazer: «Ha avuto il coraggio di cadere e di risorgere». Rosy Bindi ha subito convocato in Commissione Antimafia l'allenatore di Schwazer, Sandro Donati, dice, per sgombrare la pista da inquietanti condizionamenti presenti alla vigilia dei Giochi di Rio de Janeiro. Di mezzo potrebbe esserci la mafia russa: Donati ammette che è stato un grande azzardo accusare gli atleti russi di doping. Ma l'intrigo internazionale di Alex Schwazer è soltanto all'inizio.
Lo stesso Donati parla della possibilità di un caso di corruzione che interessa alcuni membri della Iaaf (Federazione internazionale di atletica). La stessa che il 4 agosto prossimo a Rio scriverà la parola fine su questa vicenda, ma che si è sottratta all'udienza che si sarebbe dovuta svolgere a Losanna in questi giorni. Che dire, poi, della provetta? La nuova positività è stata comunicata il 21 giugno dal laboratorio di Colonia (esito indiscutibile). Tuttavia, il campione di urina era partito da Vipiteno impiegando 26 ore per arrivare. Mistero? Non solo.
Spuntano due telefonate. La prima è della vigilia della gara dei 50 chilometri per la qualificazione a Rio, che Schwazer vince di filato al rientro dopo 3 anni e 9 mesi di squalifica per doping. Qualcuno avrebbe detto a Donati che sarebbe stato meglio che il suo atleta arrivasse secondo. Una ventina di giorni dopo lo stesso personaggio gli avrebbe consigliato di favorire i cinesi nella 20 chilometri di La Coruña. Dopo la Russia la Cina, dunque?
Finalmente Donati svela chi è l'autore delle telefonate e l'intrigo internazionale si dipana o meglio si sgonfia, come soufflè: sarebbe un giudice internazionale di marcia «molto vicino» a Sandro Damilano, ossia l'ex allenatore di Schwazer che lo portò all'oro olimpico a Pechino nel 2008. Oggi è l'allenatore della nazionale cinese di marcia. Nel mondo dell'atletica tutti sanno che Donati e Damilano sono più che avversari, arcinemici da una vita. A Rosy Bindi va spiegato che non centra la mafia. A Susanna Tamaro che a volte i santi non marciano, come si canta invece nel vecchio spiritual.
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