MANUALE DI CONVERSAZIONE I Ritardatari
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Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice
La cosa migliore non è non avere niente fa fare, ma avere una cosa da fare e rimandarla
di Andrea Ballarini | 10 Aprile 2016 ore 06:06 Foglio
I ritardatari
- Se lo si è lo si è per tutta la vita. Non sono educabili.
- Stupirsi di come persone estremamente intelligenti, magari in grado di gestire grandi aziende, siano incapaci di capire che per attraversare Roma alle 17 venti minuti siano pochi.
- A Roma fino a mezz'ora non è considerato ritardo. Usurato.
- Dissertare con i taxisti sulle differenze tra il traffico di Roma e quello di Milano. Concludere che quello di Mialno non è tanto meglio di quello di Roma, ma mentre a Milano evitando certe zone in certe ore si riesce a conviverci a Roma si è nelle mani del Signore. Se il taxista risponde a tono elencare le possibili cause di traffico anomalo nella Capitale: visite di stato di dignitari esteri; manifestazioni dei produttori di mozzarella del basso reatino; consiglio dei ministri straordinario; allestimento di un set cinematografico internazionale; sciopero della CGIL; pioggia. A volte tutte queste cose si verificano insieme. Continuare a soggetto.
- Uscire ore prima per evitare di arrivare in ritardo, per cui trovarsi a vagare come lemuri nelle vie circostanti l'appuntamento. Un classico.
- Esserlo cronicamente è segno di mancanza di rispetto. Valutare se il contesto lo consente.
- Escono nel momento stesso in cui hanno l'appuntamento indipendetemente da dove si trovi.
- Stigmatizzare quelli che mandano sms per avvisare del ritardo, ma non avendo il coraggio di mandarne uno dicendo "Ritardo di 40 minuti" ne mandano quattro "Ritardo di 10 minuti. Sorry"
- Non appena arrivati con largo ritardo spiegare dettagliatamente a tutti perché si è arrivati tardi. Ignorare che lo si faccia da vent'anni.
- Riuscire a rimandare qualunque tipo di scadenza, indipendentemente da quanto lontana sia. (Vedi seguente)
- Contrariamente a quel che si crede uno dei più grandi piaceri della vita non è non avere niente da fare, bensì avere da fare una cosa e rimandarla.
- I freelance possono ottenere un certo successo in società elencando le scuse più dadaiste che hanno sentito accampare per ritardare il pagamento di una fattura. Ancora insuperata per fantasia lo slogamento del polso dell'amministratore delegato che non ha potuto firmare l'assegno.
- Se ritardo d’un paio d’ore succede la fine del mondo, se muoio non se ne accorge nessuno. (Marcello Marchesi)
- Al ristorante mai commettere l'errore di rinviare l'ordinazione fino a che non arriva ache l'ultimo commensale. Dopo cinque minuti fottersene e ordinare. (Vedi seguente)
- Se si fa una gita a Carrù (CN) per mangiare il bollito misto alla piemontese con il bue grasso, esigere di andarci con la propria auto, perché il carrello viene servito – cascasse il mondo – alle 20.30. Rammentare.
- Lasciare il biglietto alla cassiera del cinema cercando di spiegare come è fatta un'amica è il livello zero dell'abrutimento sociale. Superato solo dallo sbracciarsi al buio cercando di attirare l'attenzione della ritardataria che perlustra la sala con la luce dell'iPhone. Convenirne.
- Deprecare i colleghi d'ufficio che per essere sicuri di avere il progetto per la data dell'appuntamento con il cliente, dicono una data civetta anticipata di due giorni rispetto a quella reale. Quando li si scopre cazziarli coram populo.
- Le donne devono andare in bagno nel momento esatto in cui tutti sono pronti a uscire. Un evergreen. Usarlo con parsimonia.
- Rammentare con orrore i tempi dell'università quando si faceva il programma del numero di pagine da leggere ogni giorno e dopo una settimana si arrivava a 800. Sopra le 800 si spostava l’esame.
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