Lettere al Direttore Il Foglio 11.3.2016
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Invidia napoletana su Draghi. Pensiero unico, giornaloni e noi. Con il polo unico dell’informazione unica, le prime vittime saranno i giornalisti: o appagati e fregati o ribelli e zimbelli!
1-Al direttore - Invidia napoletana: Draghi dà meno 0,4 per cento di un euro e manco si becca un ricorso di Weidmann o una lista Schäuble?
Giuseppe De Filippi
2-Al direttore - Caro Cerasa, presto calerà il silenzio sull’operazione Stampa-Repubblica. Ma la svolta c’è e sarà incisiva. Il partito unico della nazione ha antiche radici: oggi è la linea per tutte le inconsolabili vedove della repubblica dei partiti. Il pensiero unico del partito unico chiede l’informazione unica. La mia lettura politica è in questo schema. Dal 1945 al 1965 abbiamo avuto una stampa cosiddetta indipendente in difesa dell’esistente e una stampa di partito per alimentare le prospettive politiche conflittuali. Dal 1965 al 1985 è esplosa la crisi dei giornali di partito. “L’editoria indipendente” si divise in due: chi volle controllare il potere contrastandolo e chi volle controllare il potere sostenendolo, e il primo gruppo era guidato da Repubblica, il secondo gruppo era guidato dalla Fiat di Agnelli. Dal 1985 al 2015 scomparvero i giornali di partito. L’informazione si dimenò tra nuove tecnologie e strepitose perdite da sanare con denaro pubblico. Oggi si annuncia una nuova fase politica di sistema. Il centro del potere politico non è più nello Stato nazionale. Ha perso ruolo sia l’editoria di sostegno sia quella di ricatto. Non è casuale che nasce oggi il polo del futuro. L’editoria rinuncia al controllo del potere per assumere il ruolo di organo del residuo potere locale. Se avanza la prospettiva del partito della nazione per gestire il governo delle cose locali il polo del futuro è pronto. Le inchieste locali hanno poca influenza sul potere sovranazionale. Pensiero unico, partito unico in una democrazia rappresentativa residuale e affidataria richiedono un monopolio informativo di sostegno. Tv di stato ed editoria privata sostenuta dallo stato sono già disponibili per la grande svolta. Resta in sospeso una piccola questione: che ne sarà del Corriere della Sera? Penso, ma posso sbagliare, che il suo futuro sia o nella fusione con il Sole 24 Ore (il vero quotidiano della borghesia produttiva) o una autorevole voce europea della borghesia italiana nel mondo. Con il polo unico dell’informazione unica, le prime vittime saranno i giornalisti: o appagati e fregati o ribelli e zimbelli! Con amicizia.
Rino Formica
Lei, in pratica, mi sta dicendo che i giornali diventeranno tutti complici del pensiero unico politicamente corretto. Qui al Foglio abbiamo già pronte molte bottiglie di champagne. Cin cin.
3-Al direttore - Un bacio dolcissimo a Giuliano Ferrara da una nonna di ottantacinque anni, per il suo “i finti paladini…”. Un grazie grande come un abbraccio… Ho riaperto gli occhi ormai troppo distratti dalle ubriacature di tante visioni e chiacchiere. Non so più da tempo cosa pensare: vivo in una totale confusione, metto in discussione ogni mia più piccola certezza che mi ha accompagnato lungo il cammino, ho buttato nell’immondizia i miei valori di una vita per provare a essere moderna, a conformarmi e essere accettata. Non capisco, lavoro su di me per convincermi della consistenza delle ragioni di tanti, oggi così diffuse: di chi esige subito tutto il desiderabile come cosa sacrosanta al di sopra di ogni interrogativo. Il mio mondo s’è capovolto. Siamo delle nonne che ci stringiamo forte tra noi per sostenerci fino alla fine che verrà: per non perderci d’animo, né l’ultimo filo d’equilibrio e la voglia sempre accesa di comprendere un mondo che è diventato per noi incomprensibile. Nulla ci è più familiare: situazioni, concetti, argomenti, valori, il senso del peccato e quello del limite, del rispetto della vita e degli altri. Quali sono i valori da difendere oggi? Su cosa ci aggrappiamo se i nostri piedi poggiano su un acquitrino dove tutto è incerto e instabile, tutto è messo in dubbio anche il senso della esistenza umana. Si capovolgono strutture e rapporti, il peso dei sentimenti e delle relazioni umane dove lui, lei, e il bimbo e i nonni sono strumenti intercambiabili come un gioco di Lego, un po’ amorfo, asessuato, disarmonico, dove gli incastri sono forzati perché è così che “deve andare”… Se le famiglie per migliaia d’anni sono sopravvissute così regolate, una ragione ci dovrà pur essere stata. Ora si vuole trasformare anche l’amore, inserendo il miracolo della nascita in una catena di montaggio. Ci sentiamo Dio: dei creatori in serie. Ma… noi nonne d’altro pianeta… prima di volare definitivamente via, vorremmo poter sognare un futuro per i nostri nipoti, solido come figuravamo il nostro, pur avendo vissuto la guerra. Fondato su valori universali, con riferimenti saldi e concreti. Vorremmo che si sentissero abitanti di terre promesse, dove poter valorizzare se stessi e le proprie energie, i propri progetti di vita. Vorremmo ridare loro fiducia e forza e certezze di potere superare i momenti bui perché poi tornerà il sole. Resusciterei gli ideali e brucerei molte ideologie. Ho spalancato gli occhi sul suo scritto tra bellezza e conforto e mi sono rasserenata con gratitudine. Ma lei è uno e solo. Per questo suo coraggio contro un mare di inettitudine, grazie!
Maria Grazia Boccali
Che meraviglia. Grazie a lei, di cuore.
4-Al direttore - Trump l’oeil.
Gino Roca