Lettere al Direttore Il Foglio 11.7.2015
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Non possiamo che essere ancora merkeliani. Croce e martello: ognuno riceve i regali che si merita
1--Al direttore - Dopo Civati, Cofferati e Fassina, anche Alfredo D’Attorre sta meditando il divorzio dal partito di Renzi. Deciderà però a settembre.
Poi dicono che la minoranza Pd non sia capace di pensieri lunghi.
Michele Magno
Lunghissimi. Ma colgo lo spunto della sua lettera per sintetizzarle il mio pensiero sul tema brigata Kalimera prendendo in prestito 140 caratteri formidabili di Spinoza: “Grillo, Vendola e Fassina in Grecia ricordano quelli che vanno a trombare a Mykonos perché non ci riescono a Rimini”. (Scusate, non abbiamo resistito).
2-Al direttore - Come in un gioco di specchi, nella questione greca di questi mesi si riflettono questioni molto più ampie, che investono il futuro dell’euro e dell’Europa in quanto tali. Come ha scritto qualche giorno fa Andrea Bonanni su Repubblica, senza rendersi conto esattamente del significato di questa ammissione: “L’elezione di Tsipras ha messo in panne l’Europa”. Perché? Perché la richiesta di Atene di attenuare la rigidità delle prescrizioni europee ha generato un corto circuito. A Bruxelles, presso la Commissione europea, a Francoforte, in seno alla Bce, e soprattutto a Berlino, l’egemone riluttante d’Europa, sono emerse e si sono scontrate due linee contrapposte. Per gli uni, ridiscutere le politiche imposte alla Grecia in questi anni, nonostante il loro evidente insuccesso (l’altro giorno addirittura il professor Monti ha dichiarato in televisione che la Troika aveva prescritto ad Atene misure eccessive di austerità!), vorrebbe dire aprire la strada ad analoghe “pretese” da parte di altri paesi che finora si sono piegati alla linea dell’austerità e forse aprire la strada al successo elettorale di movimenti simili a Tsipras negli altri paesi dell’euro.
Per gli altri rifiutare ogni compromesso con Atene e quindi espellerla dall’euro, facendo venir meno l’affermazione che la scelta della moneta unica europea è irreversibile, aprirebbe la strada ad altre crisi (si sono intese esattamente le parole del Fondo monetario internazionale a proposito del debito pubblico italiano?) e alla possibilità che l’euro si “sfarini” un passo alla volta. Giustamente Tsipras ha detto che la “sua” Grecia fa da cavia per gli esperimenti europei.
Era possibile una soluzione di compromesso? Si, se la signora Merkel fosse stata in grado di prevalere sui falchi che sostenevano che senza la Grecia l’area dell’euro avrebbe potuto trovare maggiore unità e compattezza interna. Solo la Francia fra tutti i governi europei ha incoraggiata la premier tedesca ad andare in questa direzione. Nessun altro. Forse la Merkel avrebbe ancora la possibilità di imporre un accordo nei prossimi giorni, ma dovrebbe mostrare un coraggio politico e una leadership effettiva che fino a oggi non ha mostrato. Se le cose andranno verso la conclusione traumatica, che la Banca centrale europea provocherebbe tagliando il credito di emergenza alla Grecia e costringendola a uscire dall’euro, allora sarà cominciata una crisi di cui è difficile prevedere gli sviluppi. Le autorità europee hanno un bel proclamare che sono pronti tutti gli interventi per mettere in sicurezza la situazione, la palla passerà ai mercati eccitati dall’odore del sangue. E’ un’amara consolazione per chi aveva diagnosticato per tempo la debolezza delle fondamenta politiche della moneta europea, tutto questo non fa che confermare un’analisi fatta a suo tempo e per tempo.
Giorgio La Malfa
Merkel ha fatto molti errori negli ultimi anni ma la democrazia ha un prezzo: se sei in una casa dove diciotto persone dicono Nai (sì) e dove solo una dice Oxi (no) non puoi accettare che diciotto persone debbano calpestare delle regole solo perché c’è una persona che non le vuole rispettare.
3-Al direttore - In conformità ad una disposizione che io considero semplicemente vergognosa, sono stati revocati 18 vitalizi (10 a Montecitorio e 8 a Palazzo Madama) a ex parlamentari, a suo tempo condannati in via definitiva per reati ritenuti gravi. Si tratta, il più delle volte, di ultraottantenni, che hanno pagato da tempo il loro debito con la società e che, da ora, vengono praticamente privati delle condizioni per condurre una vita dignitosa. Ma i populisti-manettari e i forcaioli di ogni risma si sono messi a dire che 18 sono pochi. Alla stregua di generali assassini della Prima guerra mondiale (si veda la spietata denuncia di Aldo Cazzullo nel suo saggio) che praticavano, con disinvoltura e ferocia, la decimazione.
Giuliano Cazzola
4-Al direttore - Una vulgata popolare vuole che il Padreterno non sappia solo tre cose e cioè quanti ordini di suore esistono, quanti soldi hanno i salesiani e cosa pensa un gesuita. Dopo la consegna a Francesco di una croce a forma di falce e martello in paradiso si stanno anche interrogando sul perché non fanno più papi polacchi.
Valerio Gironi
Sbaglierò ma tendo sempre a pensare che ognuno riceve i regali che si merita. A me, per dire, non verrebbe mai in mente di regalare una falce e martello alla signora Merkel o, per dire, al professor Ratzinger. A lei?
Categoria Italia