Lettere al Direttore Il Foglio 30.4.2015
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Democrazia, Italicum e fascismo: golpe di stato o golpo di sole?
1-Al direttore - A quelli che “la democrazia in Italia è morta”: non è detto che la maggioranza abbia sempre torto (quasi
quasi rimpiango il vecchio centralismo democratico del Pci).
Michele Magno
A voler essere seri ma noiosi si potrebbe dire che (vale per Renzi, valeva per Berlusconi, vale per tutti) chi usa le categorie del fascismo per descrivere le dinamiche della politica non è solo a corto di idee e di parole utili per finire nei pastoni dei Tg ma è anche offensivo nei confronti di chi per esempio il fascismo lo ha provato davvero. A voler essere meno seri potremmo invece cavarcela con Mark Twain. E se oggi la democrazia fosse su Twitter di sicuro ci farebbe sapere che “la notizia della mia morte è ampiamente esagerata” #ColpoDiStatoOColpoDiSole?
2-Al direttore - Genova è tappezzata dai manifesti elettorali per le imminenti regionali e noto (tra gli altri) la candidata dei 5 stelle che mi guarda e dice “Riprendiamoci la Liguria”. Io, che ragiono con le vetuste logiche dell’Ancien Régime, rimango un po’ perplesso, perché i grillini non l’hanno mica mai avuta la Liguria! Poi, mi tornano in mente le parole pronunciate da Roberta Lombardi (che fine ha fatto? Boh!) durante lo streaming con il povero Bersani: “Noi non incontriamo le parti sociali perché noi siamo le parti sociali” e comprendo che, dietro allo slogan del manifesto, c’è proprio questa pazza idea che Grillo e i suoi siano il popolo e tutto il resto sia casta o collusi con la casta o illusi dalla casta. Ed è una roba inquietante, poiché si finisce nel neogiacobinismo, nei deliri sulla “volonté (presunta) générale”, quando la politica rifiuta di essere partito, e cioè “parte”, e pretende di essere “tutto” (senza, peraltro, valere quasi nulla).
Daniele Montani
Si vede lontano un miglio, comunque, che Grillo non ha alcuna voglia né di vincere né di governare. L’Italicum potrebbe anche chiamarsi il Cinquestellum (dove la trova un’altra legge elettorale che consente alla seconda lista più forte di arrivare al ballottaggio), ma proprio niente. E ora che i sondaggi ci dicono che qualche punticino Grillo lo sta recuperando, il nostro eroe che cosa fa? Da sadico vero manda i suoi parlamentari in tv e li fa conoscere a tutti. Un tempo, poi, andare in tv, per i 5 stelle era proibito. L’ordine era imperativo: non confondetevi con i vecchi rottami della politica. Si vede che ora che i 5 stelle si sono perfettamente confusi con i vecchi rottami l’ordine, per forza di cose, è stato superato.
3-Al direttore - Grazie, Cerasa, anche a nome mio, per avere zittito la saccente, e solo saccente, filosofa De Monticelli a “Piazza Pulita”.
Enrico Venturoli
4-Al direttore - Gentile direttore, negli anni 50 noi insegnanti eravamo annualmente giudicati dal preside con qualifiche precise: sufficiente, buono, valente, ottimo… poi, naturalmente arrivarono gli anni Sessanta e dai doveri si passò ai diritti. E tutto cambiò.
Maria Grazia Boccali
Vedo Renzi che ora dice: “La riforma (della scuola) vuole responsabilizzare il preside, che non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali”. Niente da fare. Anche Renzi non ci vuole sentire. L’impressione è questa: mentre all’interno del sistema politico non ha nulla in contrario a promuovere l’idea che ci sia un capo che debba decidere anche comportandosi da sceriffo, nel sistema della scuola anche lui non si rende conto che il problema non è lo sceriffo nelle scuole ma è il criterio con cui il preside-sceriffo arriva a dominare le scuole. E se non c’è un preside legittimato a comportarsi da preside non ci potrà mai essere alcun tipo di metodo meritocratico applicato nella gestione delle scuole.