Lettere al Direttore Foglio 27.5.2016
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Radicali contro radicali. Appunti vari su bias, Facebook e Zuckerberg. Bersani ha votato l'Italicum
1-Al direttore - Bersani: “Cambiare l’Italicum o no riforme”. Ma il baratto non era roba della Raggi?
Giuseppe De Filippi
Ma soprattutto, l’Italicum non lo ha votato anche Bersani?
2-Al direttore - Un altro momento di “specialità” del Foglio e della sua carta, marginale forse, ma di gran pregio per me che dai giornali uso trarre pagine intere e le ripiego e le inserisco in libri pertinenti della mia biblioteca, a nutrimento di futuri potenziali fruitori: è l’unico, tra i giornali che leggo, di cui si può staccare una intera pagina senza incidere con le unghie sulla cerniera del dorso e senza pericolo di strapparla. E molte pagine del Foglio meritano questo trattamento speciale.
Cesare Fabozzi
3-Al direttore - Giovanni Negri firma un articolo dove annuncia il suo legittimo Sì al referendum relativo alle modifiche costituzionali. Parla costantemente in prima persona plurale. Usi, per cortesia la prima persona singolare, oppure abbia cura di specificare a nome di chi scrive e parla. Forse, è pur cosa da non escludere, ci possono essere Radicali che voteranno No o non andranno a votare. Com’è noto, disciplina di partito non c’è. Comunque benvenuto, dal momento che scrive “da Radicale”. Fino a ieri esprimeva posizioni piuttosto simili a quanti, coi Radicali, non intendono aver più nulla a che fare (in particolare dalle colonne di Libero). Immagino che abbia versato la quota di iscrizione al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito; che se non lo ha fatto, il suo, come sa bene, è null’altro che un millantato credito.
Valter Vecellio (io, e non “noi”, pur essendo regolarmente iscritto)
A volte sembra che per i Radicali, come dice un mio caro amico Radicale, valga il contrario di quello che vale per l’Anpi: se lo sei stato, a un certo punto non lo sei più.
4-Al direttore - Ci sono, batto un colpo caro Negri. Il suo appello per il sì alle riforme da parte dei Radicali è molto importante non tanto in senso quantitativo ma qualitativo. Avere fondate speranze che i Radicali votino sì vuol dire che, ancora una volta, chi è parte migliore del paese è favorevole al cambiamento e contro l’immobilismo di chi vuole che si faccia sempre meglio.
Lorenzo Lodigiani
5-Al direttore - Mi corre l’obbligo di cerziorarti del fatto che Facebook mi ha nuovamente bloccato l’account per sette giorni in séguito alla pubblicazione sulla mia pagina del link all’articolo da me scritto per il Foglio nel quale lamentavo il blocco dell’account per tre giorni da parte di Facebook in séguito alla pubblicazione di uno status nel quale lamentavo il blocco dell’account per un giorno da parte di Facebook in séguito alla pubblicazione di uno status nel quale scrivevo che a Nosadello non ci sono [omissis]. Al mondo di imbecilli ce ne sono invece a josa. Cordialità
Mirko Volpi
Storia stupenda. Il bias politicamente corretto di Facebook credo nasca da qualcosa di diverso da un semplice algoritmo. Facebook ormai è una testata giornalistica. Diffonde ogni giorno un’infinità di contenuti e come ogni testata veicola informazioni che riflettono la cultura del suo editore. Non è un freddo condivisore automatico di informazioni. Zuckerberg è un progressista e Facebook ci vuole educare. Un po’ è bias, un po’ è politica. E come scritto qualche giorno fa su Twitter dal columnist conservatore del New York Times Ross Douthat, in America la politica nasce dalla cultura, che nasce da Mark Zuckerberg.
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