Lettere al Direttore Il Foglio 21.5.2016
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Verdini come stress test del Pd. Appunti sui pm della Trattativa. Il Pd è come il dottor Jekyll. Per dialogare con Denis Verdini si trasforma in mister Hyde.
1-Al direttore - A Firenze stessi cognomi dei maggiori contribuenti dal 1472 a oggi. Poi dice che uno prova a rottamare un po’.
Giuseppe De Filippi
2-Al direttore - Il Pd è come il dottor Jekyll. Per dialogare con Denis Verdini si trasforma in mister Hyde.
Giuliano Cazzola
Verdini è lo stress test del Pd: più Renzi si avvicina per governare ai soccorritori di Ala e più il Pd scopre quanto è grande una storica corrente della sinistra: quella che preferisce perdere pur di non perdersi.
3-Al direttore - Apprendo da repubblica.it che l’Eroe è in pole position per diventare presidente dell’Arac, l’Autorità regionale anticorruzione. Da pm la sua tariffa era di 100 milioni (in lire), un’auto e un telefonino. Adesso non saprei.
Frank Cimini
4-Al direttore - Finito di leggere Sottile mi chiedo come mai i magistrati della Trattativa non abbiano ancora aperto un procedimento contro se stessi per concorso esterno. Si chiama Bottiglia di Klein.
Dante Salmè
5-Al direttore - “La disobbedienza, agli occhi di qualunque persona che conosca la storia, è la virtù originale dell’uomo. Proprio con la disobbedienza si è realizzato il progresso; con la disobbedienza e con la ribellione”. Oscar Wilde, che, ovviamente, non conosceva Marco Pannella, aveva già scritto l’epitaffio per il cocciuto abruzzese di Teramo.
Francesco Carella
6-Al direttore - Siamo proprio sicuri che, come scrive il Foglio del 19 maggio, il Fiscal compact è morto, a seguito del riconoscimento, da parte della Commissione Ue, delle flessibilità per i conti pubblici? O piuttosto, ammesso e non concesso che sia morto, non accadrà che assisteremo presto alla sua resurrezione forse già a novembre, ma sicuramente nel prossimo anno, quando, come viene anticipato soprattutto dai “falchi”, non saranno più prevedibili flessibilità perché queste sarebbero riconoscibili solo “una tantum”? Insomma, le flessibilità vengono concepite esclusivamente come deroghe transitorie (che, quindi, rafforzano le norme-base). Capisco che non è facile, per la posizione tedesca e di paesi satelliti, un’azione frontale contro il Fiscal compact, che sarebbe invece la via maestra, considerata la sua confliggenza con il Trattato Ue, come più volte ha dimostrato Giuseppe Guarino. Ma neppure c’è da illudersi che l’opzione soft delle deroghe giunga a far defungere di fatto la normativa in questione: lo si potrebbe pensare solo confidando nella disattenzione o nel “benign neglect” della Germania: cosa assurda al solo ipotizzarla. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
7-Al direttore - L’ottima Annalisa Chirico ha tutto il diritto di fare una intervista ostile nei confronti di Costanza Miriano, ma solo perché scrive sul Foglio, i cui lettori sono in grado di capire che non si è trattato di botta e risposta bensì di successiva interposizione del pensiero della intervistatrice. Altrimenti il confronto avrebbe avuto ben altro spessore. Comunque l’intervista è stata rivelatrice del pensiero della Chirico, secondo la quale chi obbedisce al Magistero della chiesa è un “fanatico”. Dispiace sentire questo dalla stessa persona che si spende contro i pregiudizi di chi emette facili e lapidarie sentenze.
Giuseppe Romiti
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