Lettere al Direttore Foglio 19.5.2016
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La povertà spiegata a Carlin Petrini. Ipocrisie manettare sul caso Conte. Un giorno poi il simpatico Carlin capirà che se venisse applicata alla lettera la logica del chilometro zero a rimetterci sarebbero i paesi più poveri, notoriamente più lontani dal chilometro zero dei paesi spendaccioni e ad alto tasso di liberismo
1-Al direttore - L’algoritmo nel sangue.
Giuseppe De Filippi
2-Al direttore - “La vergogna vera per me? Che ci sia ancora chi muore di fame, ora, in questo istante, nel nostro mondo. (…) Trovo sia assurda questa spettacolarizzazione della cucina in un momento in cui dovremmo ragionare di altre questioni”. Parola di Carlo Petrini, fondatore di SlowFood, ideatore dell’Università degli Studi di scienze gastronomiche e di SlowFood Travel, organizzatore del Salone del Gusto.
Sebino Caldarola
Un giorno poi il simpatico Carlin capirà che se venisse applicata alla lettera la logica del chilometro zero a rimetterci sarebbero i paesi più poveri, notoriamente più lontani dal chilometro zero dei paesi spendaccioni e ad alto tasso di liberismo.
3-Al direttore - Mi dispiace da laico smentire Papa Francesco in merito al discorso su cani e gatti ovvero su quegli animali più vicini all’uomo da sempre. Mi permetto da persona che da decenni si occupa del riconoscimento dei diritti basilari di tali animali (così come dei diritti umani) che ovviamente devono essere trattati nel rispetto della loro natura, che coloro che ospitano nelle loro case tali animali a quattro zampe lo fanno prioritariamente per spirito di compassione in quanto per loro, cani e gatti, non è facile vivere in modo libero nelle nostre città. Saprà certamente il Papa che quando un uomo o una donna esprimono la loro umana compassione verso il creato lo fanno naturalmente senza fare alcuna differenza tra esseri viventi in quanto sarebbe alquanto impossibile , come insegna la stessa religione cattolica, fare differenze tra bisognosi e bisognosi e tra umani e non umani.
Alfio Lisi
4-Al direttore - “Un’assoluzione non fa dimenticare i quattro anni passati, non fa dimenticare una perquisizione a casa alle 5 del mattino, le tv sotto casa alle 6 del mattino già avvisate, tanti titoloni in prima pagina, tante trasmissioni, tanti giustizialisti, tante situazioni che hanno fatto male a me, alla mia famiglia, questo non posso dimenticarlo, sono cose che hanno tracciato un solco e rimarranno indelebili nella mia vita. Sono contento, ma non è una vicenda del tutto a lieto fine”. Queste le parole di Antonio Conte dopo l’assoluzione. Facciamo una scommessa, caro direttore: scommettiamo che chi ha infangato Conte per due anni continuerà a far finta di nulla e a dire che comunque sia c’è qualcosa che Conte sapeva e non ha detto e dunque la condanna penale non c’è ma la condanna morale basta e avanza? Che paese.
Mario Martini
Temo che la sua scommessa sia già vinta in partenza.
5-Al direttore - L’erudito sopracciglio di un editore, democratico, forse de sinistra o forse no, certamente libero e indipendente, si è alzato alla notizia della presenza di tal Checco Zalone al Salone del libro di Torino. Ha perfettamente ragione l’erudito sopracciglio del citato editore: che c’entra con i libri e la cultura in generale, uno che ha frantumato tutti i record d’incasso del cinema italiano, che ha mandato in crisi l’organizzazione del Salone vista la straordinaria affluenza di pubblico? Vuoi mettere, invece, quanta gente avvicinano al libro le librerie che chiudono a raffica e la cultura diffusa del birignao.
Valerio Gironi