Davvero l'Isis non ha niente a che fare con l'islam?
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Shadi Hamid, ricercatore musulmano ed esperto di estremismo, chiede alla comunità islamica di avviare una riflessione seria: "Dire che la maggior parte di noi non ha nulla a che fare con lo Stato islamico non basta"
di Redazione | 24 Novembre 2015 ore 13:50
Shadi Hamid è un ricercatore del Centro per la politica mediorientale della Brookings Institution. E' musulmano e un grande esperto di estremismo islamico. Lo scorso 18 novembre è intervenuto sul Washington Post con un articolo in cui si chiede, come recita il titolo, se "Davvero l'islam non ha nulla a che fare con l'Isis?". La risposta è meno scontata di quanto i benpensanti nostrani vorrebbero.
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A proposito di modello israeliano Hamid parte dalle manifestazioni di questi giorni organizzate dalle comunità musulmane di mezzo mondo, scese in piazza per testimoniare la propria condanna ai massacri di Parigi (ne ha scritto oggi anche il Foglio). I fedeli musulmani generalmente dicono che i combattenti islamisti "non hanno nulla a che vedere con l'islam", oppure che l'Isis "sta usando l'islam". Hamid si chiede se sia proprio così. "Un'enorme maggioranza dei musulmani si oppone all'Isis e alla sua ideologia. Ma questo non significa che l'Isis non abbia nulla a che fare con l'islam, quando è invece evidente che l'islam ha in effetti qualcosa a che fare con l'Isis", scrive Hamid. "Sono musulmano anche io ed è impossibile per me credere che un Dio giusto possa approvare il comportamento dell'Isis", continua il ricercatore. "Ma se l'obiettivo è quello di comprendere l'Isis, allora io e altri analisti musulmani dobbiamo mettere da parte le nostre opinioni personali. Quello che l'islam dovrebbe essere e ciò che è realmente inteso dell'islam da parte dei musulmani (estremisti compresi) sono due concetti molto diversi".
E' quindi un errore, secondo Hamid (nella foto a sinistra), chiudere gli occhi davanti alla realtà. Gli studiosi dell'islam allora dovrebbero "capire e spiegare, piuttosto che dare giudizi su quale sia l'interpretazione corretta dell'islam, o su chi sia un 'vero' musulmano’ e chi no”. E' un errore anche continuare a ripetere che i popoli del medio oriente sono meno interessati alla religione, come usano dire alcuni per minimizzare il fenomeno dell'estremismo islamico. "Se c'è qualcosa che la storia recente del medio oriente ci ha insegnato è che per gli islamisti di diversa tipologia – quelli tradizionali oppure gli estremisti – la religione conta". "Continuare a dire che le cose stanno diversamente non è un modo efficace per combattere l'islamofobia dato che affermare che islam e Isis non sono collegati è completamente dissociato dalla realtà".
Cosa fare allora? Hamid sembra rivolgere un appello alla comunità di studiosi dell'islam affinché inizi una riflessione seria: "Possiamo, e dovremmo, avere un dibattito su come le motivazioni religiose e il contesto politico interagiscono nel caso dell'Isis e di altri movimenti influenzati religiosamente. Iniziare una simile riflessione è difficile se la premessa è quella di screditare l'importanza della religione come fattore esplicativo". In conclusione, Hamid chiede un atto di coraggio: "Noi musulmani dobbiamo essere fiduciosi delle conclusioni che possiamo trarre da questa riflessione anche se queste non dovessero farci sentire a nostro agio".
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