“Si vuole smontare l’Humanae Vitae”
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Appello internazionale di teologi e filosofi cattolici: "Il documento presinodale distorce l'insegnamento della Chiesa"
di Redazione | 18 Settembre 2015 ore 06:10 Foglio
Roma. “Nella nostra qualità di teologi morali e filosofi morali cattolici, avvertiamo il dovere di prendere la parola contro la distorsione dell’insegnamento cattolico che è implicita nel paragrafo 137 dell’Instrumentum laboris. Se avallato dal Sinodo, questo testo difettoso provocherebbe confusione fra i fedeli”. E’ un passaggio del lungo appello lanciato sulla rivista cattolica americana First Things da David S. Crawford e Stephan Kampowski, docenti il primo all’Istituto Giovanni Paolo II di Washington e il secondo a quello di Roma. Un appello che reca in calce già una sessantina di firme, compresa quella del filosofo tedesco Robert Spaemann. Si chiede a chi di dovere di “sopprimere” quel paragrafo del documento preparatorio, la traccia dei lavori sinodali ormai imminenti (si parte il 5 ottobre, dopo la solenne apertura del giorno prima in San Pietro), che “pone in discussione la forza” dell’insegnamento della Humanae Vitae e “propone un metodo di discernimento morale che è decisamente non cattolico”.
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Il paragrafo in questione cita l’ultima enciclica di Paolo VI, ma lo fa – dicono i firmatari – in “un modo che consente un’interpretazione gravemente erronea del suo significato”. Leggendo tra le righe, insomma, quel passaggio del documento preparatorio “è ben lungi dal promuovere la solita antropologia su cui il beato Paolo VI, e san Giovanni Paolo II dopo di lui, hanno fondato il preciso insegnamento normativo della chiesa”. L’Instrumentum laboris, insomma, contiene “gravi difetti. Esso sembra porsi direttamente in contrasto con gli insegnamenti del magistero contenuti nella Humanae Vitae e nella Veritatis Splendor. Il paragrafo 137 si presenta infatti come una spiegazione del significato della Humanae Vitae, ma in realtà la svuota del suo insegnamento centrale”. Ancora, “le inadeguatezze e le distorsioni contenute nell’Instrumentum laboris rischiano di avere conseguenze devastanti per i fedeli”.
Il rischio, si legge nell’appello, è di vedere un film già visto: “La mancata espressione del proprio fermo appoggio per l’insegnamento della Humanae Vitae da parte di tanti teologi e persino di molti vescovi e sacerdoti ci ha portato a decenni di disobbedienza all’insegnamento della chiesa, e in tutti gli ambiti, non soltanto nella sfera sessuale”.