Coneian - Pillole fra vecchi e nuovi comportamenti
- Dettagli
- Categoria: Locali
Donne e uomini, in Italia bisogna cambiare e siamo d’accordo. Chi lo deve fare,
cosa, come e quando e ci si inceppa. Il PDL è in confusione interna e si da quasi per certa una débâcle alle prossime amministrative. Le 1.100.000 nuove iscrizioni sembrava dovessero dare al partito nuova linfa, partecipazione popolare alla definizione della linea politica del partito. Sembra invece che, nonostante i criteri rigidi per l’iscrizione, si sia ritornati ai vecchi tempi dove le correnti interne dei partiti facevano iscritti per vincere i congressi. A parte il discorso delle tessere fasulle, pari al 4-5% niente, se si guarda alle presenze di voto ai congressi , Milano su oltre 15.000 iscritti hanno votato il 15% dei tesserati e a Treviso su 5100 iscritti il 50%. Penso che non essendoci stata una discussione politica approfondita alla base, nelle sezioni, l’iscritto è andato a votare per empatia i capi corrente e senza togliere nulla a questi. Insomma si sono fatti congressi di partito alla vecchia maniera.
Da parecchi anni si parla di cambiare i partiti che sono in crisi e che hanno indirizzato nomine e avanzamenti di carriera politica di amici a dispetto d altri magari più preparati, ma un dibattito su un o più progetti ancora non c’è a livello di cittadini. Sentiamo però politici, Scaiola ad esempio, uomo politico di lungo corso ed esperto di questi vecchi partiti, dire: “ . cambiare .. per una forma di partito senza mediazioni e padrinaggio di chicchessia.” Fa un po’ di impressione: cambiare per lasciare tutto come prima.
Abbiamo sentito Tondo, PDL Friuli affermare: “ ..occorre allargare il PDL sul territorio e aprirlo a chi ci vuol essere” e siamo d’accordo.. Per Chies, nuovo responsabile PDL trevigiano non mancherà il lavoro nel breve e nel medio e aspettiamo di capire per che cosa e come opererà e se la sua squadra di giovani lo sono solo per l’età o anche per le idee, progetti, valori.
Sarà antipatico, personalmente non lo sopporto, però è fuor di dubbio che sappia far politica e quindi mi piace sottolineare il comportamento di D’Alema, presidente del Copasir in occasione della formazione del governo Monti. La presidenza spetta all’opposizione ed essendo entrato il PD nella maggioranza, ha presentato le dimissioni. Fini, per esempio, invece, non le ha mai date da presidente della Camera pur richieste. Diversa sensibilità politica.
Nel PD si parla di scissione causa la rottura fra chi sostiene la CGIL contraria alla modifica dell’art. 18, cosa non esistente in altri paesi europei e i favorevoli a toglierlo e “liberalizzare” il mondo del lavoro per favorire l’occupazione. Ci fa specie leggere una frase scritta su un giornale online di Bortoluzzi segretario del PD di Conegliano che dice “…abbiamo delle candidature per Sindaco a Conegliano e tutte che non hanno mai fatto politica”. Ci dispiace perché così si fa pensare due cose: 1) che per fare il sindaco basti saper amministrare il comune come fosse una azienda e 2) che in Italia è meglio non parlare di politica ne di interessarsi confondendo questa, sublime, con i partiti e la partitocrazia e che lo dica uno di sinistra fa un certo senso.
CW 22.02.12