Godega, Zaia: "Prosecco, cercate di differenziare la piantumazione in campo. E occhio alla sostenibilità"
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Intervento del Governatore venerdì sera di fronte a un migliaio di presenti
24/02/2024 15:01 |Oggitreviso.it lettura5’
GODEGA - Tutto esaurito ieri sera, venerdì 23 febbraio, al convegno “Appuntamento con l’andamento di mercato del prosecco e delle altre denominazioni vitivinicole del nostro territorio”: oltre mille persone presenti all’interno del padiglione giallo di Godega Fiere per partecipare all’atteso appuntamento che funge da anteprima all’Antica Fiera di Godega (in programma dal 2 al 4 marzo) e che da 11 anni riunisce, nella stessa sala, i presidenti dei Consorzi di tutela delle denominazioni Prosecco, Pinot grigio delle Venezie e Vini Venezia moderati da Fiorello Terzariol, ambasciatore delle Città del Vino. In sala i produttori vitivinicoli del territorio e numerose autorità, tra loro l’onorevole Gianangelo Bof, i consiglieri regionali Sonia Brescacin e Roberto Bet, oltre a vari sindaci. E poi i vertici trevigiani delle associazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura.
«Questo convegno è diventato un appuntamento fondamentale per il mondo vitivinicolo – ha sottolineato il sindaco di Godega di Sant’Urbano Paola Guzzo -, ogni anno ci troviamo per capire cosa accadrà nell’anno corrente, con una partecipazione che va oltre la nostra provincia e regione, dunque un evento atteso e di grande interesse per gli addetti al settore. Viviamo un momento in cui più che mai il mondo agricolo ha bisogno della vicinanza delle istituzioni. ….. Noi vogliamo che sia anche una manifestazione a misura di famiglia». «Questo è il convegno che apre la nostra fiera – ha ricordato il vicesindaco con delega all’Antica Fiera, Paolo Attemandi -. Ringrazio i nostri partner: Banca Prealpi SanBiagio, la Cantina sociale cooperativa di Orsago, AgriBibano, EuroPiave e Zarpellon Agricoltura, realtà del nostro territorio che credono in noi».
Quindi l’intervento del governatore del Veneto. «Il Veneto – ha esordito il presidente della regione Veneto Luca Zaia – è la prima regione viticola italiana, facciamo 11 milioni di ettolitri e abbiamo una cinquantina di denominazioni, e il prosecco rappresenta una bottiglia di bollicine su tre nel mondo: abbiamo un grande valore e una grande responsabilità. Dal 2009 l’uso della parola prosecco ce lo abbiamo solo noi e ora abbiamo una grande opportunità: il mondo intero ci guarda. Noi dobbiamo investire su ciò che i mercati si aspettano: le certificazioni ambientali e la sostenibilità.
I mercati ci chiedono di avere vini sempre più sostenibili, cioè rispettosi dell’ambiente. Credo che questo sacrificio lo possiate fare. Credo che il valore prosecco non possa spegnersi a meno che non esca qualche scandalo: per questo vi chiedo molta attenzione alle pratiche in azienda. Ci sarà ancora un po’ di selezione sul mercato, la qualità verrà sempre più premiata e oggi la qualità nel prosecco è la certificazione ambientale che è fondamentale. “Pianto ancora glera?” la domanda. Io vi dico: cercate di differenziare la piantumazione in campo. È innegabile che sui fronti dei rossi c’è nuova attenzione. Cercate di differenziare: lo dico soprattutto ai giovani. E le aziende lascino spazio ai giovani che hanno visione». Il tema della sostenibilità è stato al centro di tutti gli interventi dei relatori del convegno.
Pierclaudio De Martin, nella doppia veste di presidente della Cantina sociale cooperativa di Orsago e di presidente dell’Unione Vini Veneti, ha evidenziato l’impegno della Cantina sociale nel campo della sostenibilità economica (distribuzione ai soci di 30 milioni di euro all’anno), ambientale (due terzi della superficie è certificata sqnpi) e sociale (i numerosi interventi a favore di associazioni, scuole e cultura). «Molto spesso – ha detto poi nel suo ruolo di presidente di Uvive – manca la coesione e la condivisione dell’obiettivo nel mondo dei vini veneti. Il sistema prosecco sta funzionando anche se c’è un elemento di criticità: l’80% viene esportato e Usa, Gran Bretagna e Germania rappresentano da soli il 70%, è quindi fondamentale cercare altri sbocchi. Quanto al pinot grigio, questo non ha ancora la tutela che ha il prosecco e il suo prezzo è in leggero aumento. In sintesi, bisogna produrre vino di qualità ed esplorare nuove frontiere commerciali e produttive». Alberto Zannol (direzione agroalimentare della regione Veneto) ha fornito i dati sull’andamento del settore. Lo scorso anno si è arrivati a 101.176 ettari di superficie vitata in Veneto, +11 ettari rispetto all’anno prima. Gli ettari autorizzati dal 2024 al 2027 per nuovi impianti sono 1.976. Nel corso del 2023 gli impianti hanno coinciso di fatto con gli estirpi. Se la superficie vitata a Cabernet Sauvignon continua a perdere (-9.56%), quella a Glera registra un +3,82% e quella a Pinot nero un +4,47%. «Si continua a piantare Glera – ha evidenziato -, mentre si registra una disaffezione per le varietà rosse». La regione ha poi annunciato la prossima apertura di due bandi per investimenti e ristrutturazione e riconversione di vigneti per complessivi 16,5 milioni di euro.
Lucio Della Pianca, direttore del servizio fitosanitario della regione Veneto, è invece intervenuto sul tema della flavescenza dorata: «Il problema è ancora attuale, non va abbassata la guardia. Seguite i bollettini fitosanitari». Giorgio Piazza, presidente del consorzio Vini Venezia doc e docg, ha evidenziato come il futuro si giocherà attorno alla sfida ambientale. In particolare su due fronti: «Sostenibilità legata alla fertilità dei suoli e riduzione della chimica». Tra i vini rossi, ha evidenziato come il Raboso «stia calando inesorabilmente: allo studio una promozione dei vini rossi», mentre il Pinot grigio sta reggendo. Quindi un invito a diversificare. Stefano Sequino, direttore del consorzio Pinot grigio delle Venezie doc, ha evidenziato i dati in controtendenza del Pinot grigio che sul mercato si sta difendendo bene con un aumento dei volumi e del valore nel 2023. Un prodotto che per il 95% si vende all’estero, in primis in Germania, Usa e Gran Bretagna. «Va rafforzato il mercato italiano» ha detto, ricordando come il 45% del Pinot grigio si produca in Veneto e l’85% di quello mondiale in Italia.
Elvira Bortolomiol, presidente del consorzio Prosecco docg Conegliano Valdobbiadene, ha ribadito i tre punti cardine della denominazione per la propria strategia di qui al 2030: sostenibilità e territorio, posizionamento e distintività del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore docg, andamento dei mercati. Ha evidenziato i numerosi progetti portati avanti dal consorzio, dal blocco degli impianti dal 2019 al progetto dei micro invasi, dalle certificazioni alla conservazione del paesaggio, dai nuovi mercati da esplorare al primo rapporto di sostenibilità del Conegliano Valdobbiadene Prosecco docg presentato quest’anno.
Ugo Zamperoni, presidente del consorzio Prosecco superiore docg Asolo, ha fornito svariati dati: 206.342 ettolitri l’imbottigliato 2023 con un + 14,5% rispetto all’anno prima, «una crescita a doppia cifra e costante nei mesi», carico vendemmiale che si traduce in un potenziale di 30 milioni di bottiglie, «c’è ancora la possibilità di crescere, anche se la nostra denominazione si sta piano piano saturando. Bisogna per questo mantenere un profilo qualità elevato»
Ha chiuso Stefano Zanette, presidente del consorzio Prosecco doc. «C’è un moderato ottimismo – ha dichiarato – per l’andamento della nostra denominazione che nel 2023, per la prima volta, ha registrato una leggera flessione. Il valore stimato dell’export è di 3,5 miliardi di euro, con un +8%. A gennaio abbiamo registrato un +12% e sempre rispetto ad un anno prima un +70% del prosecco rosè. Ad oggi, febbraio si attesta su un +5%. Con questi dati il moderato ottimismo si consolida. E la previsione è che si può crescere di un 6% puntando a 4,9 milioni di ettolitri. La sostenibilità sarà una delle nostre priorità. Non ci accontentiamo però della certificazione sqnpi. Abbiamo infatti iniziato un percorso per la certificazione Equalitas su tre fronti: economico, sociale e ambientale. Puntiamo alla sostenibilità per essere virtuosi e per aggredire prima di altri i mercati. Ci stiamo consolidando attorno ai 600 milioni di bottiglie. La nuova sfida – ha concluso Zanette – è riuscire a far interagire le tre realtà del sistema prosecco e attraverso il tema della sostenibilità potrà esserci questa interazione: si deve dunque lavorare in modo congiunto a livello territoriale».