LA STORIA DELL’ASPARAGO. In Veneto aprile è periodo di asparagi bianchi.
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Sparasi e ovi. Risotto con gli asparagi. Frittata. Asparagi in tutti i modi dal primo al dolce. Ma cosa sono? Da dove arrivano?
Alberta Bellussi 29.4.2021 ilcuoreveneto. It
Può sembrare strano ma l’asparago appartiene alla famiglia delle liliacee la stessa dei gigli e dei mughetti. Di questo ortaggio o fiore, forse è meglio chiamarlo, si mangiano i ” turioni “, i germogli, di sapore delicato, che si formano dai rizomi sotterranei. Il rizoma viene sotterrato e ha decorso generalmente orizzontale; da questo partono poi i vari germogli di asparago.
L’asparago, (asparagus officinalis) è originario dell’Asia occidentale, della Mesopotamia, ma lo si trovava anche nell’Europa meridionale dove cresceva come pianta spontanea. Furono poi gli Egizi che lo diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo.
Marco Porzio Catone (234-149 a.C.) ne parla nella sua opera “De agricoltura”, descrivendone le tecniche di coltivazione e di impianto. Plinio e Giulio Cesare li citano in alcune loro opere forse erano asparagi selvatici favoriti dal clima piuttosto mite del territorio.
Quando i romani conquistano la Spagna vi diffusero anche la coltivazione dell’asparago che qui trovò il suo habitat ideale; la penisola iberica è ancora oggi una delle zone più produttive a livello mondiale.
Durante il Medio Evo furono quasi del tutto trascurati. Solo nel 1400 vennero coltivati in Germania, Olanda e Polonia e nel 1700 in Francia.
Sotto Luigi XIV, la sua produzione appare nella zona di Argenteuil, vicino Parigi, dove trova la sua massima diffusione e vengono selezionate pregiate varietà, tra cui l’ottima “Precoce d’Argenteuil”, introdotta poi al seguito dell’esercito napoleonico, prima in Piemonte e in seguito in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana.
Due sono le versioni che spiegano la presenza dell’asparago bianco nel nostro territorio. La prima racconta che sia stata una scoperta del tutto casuale dovuta ad una violenta grandinata che si abbatté nella zona di Bassano, intorno al ‘500. Questa avrebbe distrutto la parte esterna dell’ortaggio costringendo così il contadino a cogliere la parte che stava sotto terra, cioè la parte bianca. Si accorse, con stupore, che oltre ad essere commestibile era anche saporita e di gusto gradevole e da allora si cominciò a cogliere l’Asparago prima che spuntasse da terra.
C’è un’altra leggenda: si narra infatti che S. Antonio da Padova di ritorno dalle missioni africane avesse portato con sè alcune sementi di asparago e che le avesse proposte per ammansire il feroce Ezzelino da Romano; infatti mentre se ne ritornava nella città patavina, avrebbe seminato tra le siepi del bassanese le sementi dell’asparago che presto spuntarono.
La presenza dell’asparago si trova anche spese nella nota spese per i banchetti della Repubblica Serenissima (XV e XVI sec.) si trovano notizie certe sull’esistenza dell’ortaggio. In documenti datati 1534 per esempio, ci si riferisce a spese fatte per il magnifico messer Hettor Loredan, “Official alle Rason Vecchie… per sparasi mazi 130, lire 3 et soldi 10”. Persino duran- te il Concilio di Trento (1545-1563) alcuni padri conciliari, passando per Bassano con il loro seguito, ebbero modo di gustare tra i vari prodotti locali, anche i “sparasi”; così tra discussioni teologiche e “magnade de sparasi” i padri conciliari promossero, forse, il primo lancio turistico dell’asparago, mettendone in risalto soprattutto le virtù dietetiche.
In Veneto l’asparago bianco è coltivato a Cimadolmo, Badoere, Verona e Bassano e hanno la denominazione IGP o DOP.
Alberta Bellussi