Leggende e provebi. MA CHI È IL SIGNOR DA VIDOR?

Nella Sinistra Piave, e forse non solo, si usa un’espressione di stupore o di sorpresa che è “ Ih signor da Vidor” come per dire “Mamma mia”, “Maria Vergine”.

Alberta Bellussi, 15.9.2017 da www.ilcuoreveneto.it

L’altro giorno l’ho sentita pronunciare da una signora e ho pensato chissà mai da dove deriva.

Ho chiesto a uno storico di cultura locale  e ho fatto qualche ricerca ed eccoci svelato il mistero.

Esiste anche un’antica  filastrocca che parla di questo Signor da Vidor che recita:

Oh Signor da Vidor ciol  su la barca e vegnéme a cior;

Ma chi è sto Signor da Vidor?

L’area  adiacente all’Abbazia di Santa Bona di Vidor in epoca medievale era diventata  un porto fluviale nel quale c’era il  servizio di traghetto delle persone e merci da una sponda all’altra del Piave.

Il signor da Vidor era il barcaiolo  che a Vidor, con la barca, portava le persone dalla sinistra Piave alla destra; e se non c’era il signor da Vidor rimanevi lì,  non potevi traghettare perché l’acqua del fiume era alta e con molta corrente.

Il servizio di traghetto, in quest’area,  funzionò fino al 1871 quando venne inaugurato il primo ponte di legno sul Piave.

Per molti anni in questo luogo si era conservata l’antica casa  dei barcaiolo  o traghettatori addetti al passo barca, che fu distrutta poi durante la guerra del 1915-18. Nella roccia è ancora visibile un anello di ferro detto in dialetto “la sciona”” per l’attracco delle imbarcazioni.

Lungo il corso del Piave c’erano altri  punti di traghettamento perché  all’epoca questo corso d’acqua aveva una portata molto elevata e impetuosa che rendeva quasi impossibile guadarlo a piedi.

Le rivalità tra i numerosi passi barca del Piave sono, appunto,  menzionate nel detto:

Oh Signor da Vidor ciol  su la barca e vegnéme a cior;

che quel da Zian l’é’n poro can;

quel da Bigolin l’é massa picinin;

quel da Col nol me vol e de quel da Onigo no me fido!

Traduzione  (o Signore da Vidor, prendete la barca e venitemi a prendere;

che quello di Ciano è un poveraccio;

quello da Bigolino è troppo piccolino;

quello di Covolo non mi vuole e di quello di Onigo non mi fido!).

Alberta Bellussi

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