Bindi apre il caso Bertolaso in commissione Antimafia
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Diavolo di una Rosy Bindi presidente della commissione Antimafia. Dopo il caso Napoli-De Luca scoppia il caso Roma-Bertolaso
Italia Oggi, 24.3.2016
Diavolo di una Rosy Bindi presidente della commissione Antimafia. Dopo il caso Napoli-De Luca scoppia il caso Roma-Bertolaso in cui la pasionaria del Pd potrebbe in colpo solo indurre Berlusconi ad abbandonare il suo candidato preferito (obbligandolo a scegliere Marchini) e indebolire il renziano Roberto Giachetti. Dopo Pasqua, infatti, in Commissione Antimafia si riaccenderanno i fari sulle candidature. E sotto i riflettori, viene fatto notare, potrebbero finire anche nomi 'eccellenti'. Come Bertolaso, rinviato a giudizio per corruzione nel settembre 2013 per l'inchiesta del G8, oltre che per omicidio colposo plurimo e lesioni nel processo Grandi rischi bis. "Non e' candidabile - premette il vicepresidente Fava -. Anche Forza Italia ha preso un impegno, spero che lo rispetti. E' una contraddizione che devono risolvere loro". "Il codice c'e', la prossima settimana si aprira' la discussione ma e' chiaro che puntiamo a svolgere lo stesso lavoro dell'anno scorso", spiega l'esponente di Sinistra italiana. FI teme che si punti a mettere il bastone tra le ruote all'ex Capo della Protezione civile 'blindato' da Berlusconi. "Faremo una battaglia a tutto campo - promette anche il pentastellato Giarusso -. E non solo su Bertolaso. Sara' la commissione a vagliare i nomi, nessuno pensi di evitare un monitoraggio sulle liste". In realta' nel Pd c'e' chi fa presente che la commissione non ha gli strumenti per operare. "Non ci sono le condizioni - spiegano fonti parlamentari -. Una legge c'e' gia', e' la Severino. Deve essere la commissione elettorale a valutare le candidature, non spetta all'Antimafia il compito di esprimersi sull'eleggibilita' o meno dei candidati che verranno presentati. Il nostro partito ha gia' un codice con dei paletti chiari". L'obiettivo dei dem e' quello di evitare nuovi psicodrammi, tanto che si ipotizza un documento per mettere nero su bianco l'impossibilita' della Commissione a monitorare le liste, soprattutto in presenza di migliaia di candidature. SI, Movimento 5 stelle e le altre forze d'opposizione attendono di capire le mosse della presidente Bindi che sarebbe intenzionata, e' la convinzione in FI, a riproporre comunque il tema delle liste pulite, in vista del voto di primavera. Tuttavia si capira' nei prossimi giorni come intendera' muoversi la Commissione, "e' ancora prematuro", viene fatto osservare. C'e' da aggiungere che nelle scorse settimane si era ipotizzata la possibilita' di una successione di un renziano alla presidenza visto che il regolamento prevede il cambio dei presidenti delle commissioni parlamentari a meta' legislatura. Per le regionali dell'anno scorso sul banco degli imputati finirono 4 candidati in Puglia e 13 in Campania. Tra questi ultimi De Luca e la moglie dell'ex ministro Mastella. "Il parere della Commissione non e' vincolante, ma ora per convenzione etica e' sufficiente un rinvio a giudizio per un reato ostativo, un tempo sarebbe stata necessaria una condanna in primo grado", ricorda Fava. Tutta 'colpa' del codice di autoregolamentazione che l'Antimafia ha approvato all'unanimita' il 23 settembre 2014. Con l'intento non di condizionare il voto, ma di fornire agli elettori un vademecum che consenta di tracciare una linea netta tra i candidati puliti e gli altri, i cui nomi - a giudizio della commissione - non andrebbero scritti sulla scheda. Fava premette che la sua proposta la fara' direttamente in Commissione. "Per le amministrative occorre piu' tempo rispetto alle Regionali - premette -. Dobbiamo partire almeno due mesi prima. Si potrebbe decidere di fare una valutazione sui capoluoghi di regione e sulle province in cui ci sono comuni sciolti per mafia". Un'idea potrebbe essere anche quella - ragiona l'esponente di SI - di chiedere ai partiti di comunicare le liste anzitempo alla commissione. Poi in ogni caso dopo la presentazione delle liste partira' il lavoro di verifica, occorrera' interrogare ad uno ad uno gli uffici giudiziari.
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