Bedori e Meloni, essere donne non c’entra niente
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La candidata a Milano per il M5s e la leader di Fratelli d’Italia usano il vittimismo femminista per coprire debolezze politiche evidenti. Se perderanno sarà per i loro errori e contraddizioni, non per il loro essere casalinga o mamma
di Redazione | 15 Marzo 2016 ore 14:24 Foglio
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La polemica che è stata sviluppata attorno alla maternità di Giorgia Meloni e alla rinuncia alla candidatura a sindaco di Milano da parte di Patrizia Bedori ha messo in moto il solito riflesso condizionato di chi urla alla discriminazione nei confronti delle donne. Dichiarazioni e commenti hanno inondato le pagine dei giornali e i notiziari televisivi replicando un clichè che, con i casi specifici, non ha niente a che fare.
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Giorgia Meloni è leader di un partito, si occupa di politica fin da ragazzina, è stata la parlamentare più giovane della quindicesima legislatura ed è stata persino ministro nella legislatura successiva. Dire che abbia subito discriminazioni è quanto meno ridicolo. E’ stata lei stessa a dire che intendeva dedicarsi alla maternità, quando aveva scelto di non candidarsi alle municipali di Roma, e ora che a quanto pare ha cambiato idea, non può considerare un attacco inaccettabile quello di chi ripete oggi le sue stesse considerazioni di qualche settimana fa. Nelle sue scelte, che appaiono piuttosto tortuose, fa prevalere un calcolo politico (del tutto legittimo, naturalmente) sulla sua condizione personale. Come fa un dirigente politico, che non può quindi atteggiarsi a mamma oltraggiata.
Patrizia Bedori ha deciso di concorrere alle stravaganti consultazioni del Movimento 5 stelle per la designazione del candidato sindaco di Milano, ma poi ha scoperto che la battaglia politica è dura e competitiva. Lo è per tutti, uomini e donne. Se i suoi critici si sono accaniti sul suo aspetto da casalinga lombarda forse è anche perché è difficile trovare nella sua biografia qualche esperienza politica o professionale su cui esprimere un giudizio. Anche lei è “discriminata”? L’ineffabile presidente della Camera ha commentato che le donne debbono essere giudicate per quel che hanno fatto e non per il loro aspetto. Se qualcuno sa che cosa abbia fatto di rilevante Patrizia Bedori (e per la verità anche Laura Boldrini) dovrebbe farcelo sapere. Di politici “miracolati” ce ne sono tanti, uomini e donne, e quando proprio da loro viene la lamentazione di presunte discriminazioni viene solo (con tutto il rispetto per il loro sesso) da ridere.
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COMMENTI
Moreno Lupi • un'ora fa
A Redazione, ma cosa volete aspettarvi, Boldrini imperante, pensiero unico femminoso vigente, rabbia e frustrazioni personali in gran spolvero, se non l'imbecille ricorso strumentale di genere? Poi si proclama che i maschi usano le donne. Ma fatemi il piacere, è sempre stato il contrario: da quando Afrodite usò Paride. Tempora nostra confirmant.
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Fabrizia Lucato • un'ora fa
Può darsi che nei due casi in questione l'essere donna o madre non c'entri davvero niente. Che la battaglia politica sia dura per tutti, uomini e donne, è verissimo. Quando però si è una donna madre è molto ma molto più dura. Non perché la donna madre diventi improvvisamente meno capace di un uomo capace. Ma perché la donna madre diventa responsabile di un piccolo essere umano che ha molto bisogno della sua mamma, almeno per i primi mesi, molto di più di quanto non abbia bisogno del suo papà. Chi la pensa diversamente, temo che non sia né mamma né papà.
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Massimo Buonocore • 2 ore fa
Si, d'accordo, la Meloni sembra una campionessa di tango: un passo avanti, due indietro, uno di lato, un altro avanti...
Però diciamocela tutta: frasi come "fare il sindaco troppo duro per una donna; deve lavorare 13 ore al giorno" Berlusconi se la poteva risparmiare.
Le regine Vittoria ed Elisabetta II, Indira Ghandi, la Tatcher, la Merkel secondo lui passeggiano?
Questi strascichi di maschilismo camuffati da pieta preoccupazione mi danno molto fastidio.