1. ALTRO CHE ''VEDERE L'EFFETTO CHE FA'': DIETRO L'AGGHIACCIANTE OMICIDIO DI LUCA

VARANI CI SAREBBE IL SUO RIFIUTO DI PRATICARE SESSO A TRE PER 120 EURO, CHIEDENDONE DI PIÙ

Dagospia, 9 MAR 2016 08:34 Alberto Dandolo per Dagospia

2. NON SOLO COCAINA: GLI AMICI DICONO CHE I DUE USAVANO MOLTA GHB, LA DROGA-STUPRO PIÙ AMATA DALLA COMUNITÀ GAYA DI ROMA E MILANO, CHE PERMETTE DI ''CAVALCARE'' PER ORE

3. CHI È MARCO PRATO: EX ADOLESCENTE SOVRAPPESO E BULLIZZATO PER LA SUA OMOSESSUALITÀ, SI ERA RIFATTO L'IMMAGINE, E C'È CHI DICE ANCHE I CAPELLI, TANTO DA ESSERE SOPRANNOMINATO 'LA LESBICA CON LA PARRUCCA'. TRE TENTATI SUICIDI ALLE SPALLE

4. LUI E MANUEL FOFFO ERANO COMPAGNI DI GIOCHI ESTREMI: BORGHESI, RICCHI, PROTETTI DALLE FAMIGLIE CHE LI RIEMPIVANO DI SOLDI, BRUCIATI IN ESCORT E FESTINI VIA GRINDR

5. VOLEVA DIVENTARE FAMOSO A TUTTI I COSTI, TANTO DA FINGERE UN FLIRT CON FLAVIA VENTO

6. NEI GIORNI DEL FESTINO C’ERANO ALTRI DUE GIOVANI, ALEX DELLA TIBURTINA E TALE GIACOMO

Nella Romanella frociona e godona Marco Prato era noto come “la lesbica con la parrucca”. Eh si! Uno dei due protagonisti dell' (apparentemente) insensato delitto di Luca Varani, era assai noto nella Roma gaya e benestante. Tutti lo ricordano per il suo carattere molto vivace ma anche per i suoi bizzarri cappelli ai i quali, solo poco tempo fa, aveva sostituito un parrucchino (o trapianto?) degno dell'ultimo modello sfoggiato a “Ballando” dal mitologico Sandro Mayer!

Un ciuffo posticcio che Marco “indossava” con spavalderia e fierezza e dal quale non si separava mai, nemmeno durante le sue folli notti etiliche e drogherecce.

Prato, che gli amici dicono si sentisse la reincarnazione della cantante francese Dalidà, era uno della Roma bene. Viziatissimo dai genitori, un'adolescenza al liceo romano Giulio Cesare sovrappeso e bullizzato per la sua omosessualità, negli ultimi anni era diventato fico, popolare e palestrato, una classica storia di rivalsa contro gli ''haters'' di una volta.

marco prato 7

Col soldo facile in tasca e soprattutto con una smania d'apparire che rasentava l'ossessione. Come quando concordo' con Flavia Vento un fidanzamento fatto apposta per i paparazzi. Marco voleva uscire sui giornali, voleva essere famoso. E chissenefrega se tutti sapevano che era gay! Preferiva farsi fotografare fuori dai ristorantini di Roma Nord con la Vento piuttosto che rimanere anonimo.

A Prato piacevano assai le “notti sbagliate”. Quelle in cui all'alcol e al sesso si univano abbondanti dosi di coca e di GHB. Quest'ultima è la droga “frocia” che in questo periodo va per la maggiore tra l'upper-class gaya meneghina e capitolina. E' meglio nota come la droga dello stupro, che ti permette di “cavalcare” per ore, manco ti fossi iniettato in vena una dose massiccia di viagra liquido!

Ma a Marco pare piacesse anche “basare”. La coca, dicono persone a lui vicine, se la fumava ... ma amava farlo solo in compagnia. In particolare di giovani escort che raccattava sulla chat porcina Grindr e sui siti frocioni PlanetRomeo e PianetaEscort.

A lui l'amore mercenario piaceva assai e pagava profumatamente anche solo per attuare giochi di ruolo estremi.

Uno dei suoi amici più cari ha dichiarato a Dagospia che Prato aveva già tentato il suicidio almeno altre tre volte. Ma sempre per “futili motivi”. Per un amore finito, una “basata” troppo aggressiva e per il rapporto conflittuale che aveva con uno dei due genitori. Ma di morire non gli era mai riuscito.

Marco da alcuni gay romani era considerato anche una specie di “stalker”. Una sua “preda” (un ragazzo di ottima famiglia di nome Fabrizio) ci ha confessato che ha dovuto bloccare ogni comunicazione con lui. Marco era compulsivo nelle richieste di sesso e incontri. Ma sempre lucido, presente a se stesso e con un ego smisurato.

E Manuel Foffo era il “complice” perfetto. Il compagno di giochi e giochini ideale. Bello, borghese, ricco, con una doppia vita. Una mente fragile, facile da plasmare e dirigere. L'amichetto con cui si può decidere di arrivare a viversi il “limite”, oltrepassare i confini della lucidità, gestendo le fila di un rapporto folle e assassino.

Ma in queste ultimissime ore persone molto vicine a Prato avanzano un'altra ipotesi. Pare che il delitto possa avere un movente. Stupido. Ma un movente. I due ragazzi non volevano “giocare ad uccidere” –per vedere l'effetto che fa – il povero Luca Varani. No. La vittima avrebbe rifiutato di praticare sesso a tre per 120 euro, la cifra pattuita, chiedendone molti di più. A questo punto avrebbe avuto inizio un gioco punitivo sfociato in un omicidio agghiacciante.

Categoria Ambiente

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