Libera carta di credito in libero stato
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Viva i pagamenti elettronici e viva il contante. Ma senza moralismi
di Redazione | 03 Dicembre 2015 ore 06:27 Foglio
Liberi bancomat e carte di credito, e libero contante. Liberi acquisti e libero commercio. Funziona così dove si hanno a cuore le libertà individuali e la concorrenza nel sistema. L’emendamento Pd alla legge di Stabilità che elimina la facoltà dei piccoli dettaglianti di rifiutare pagamenti elettronici al di sotto dei 30 euro, e prevede sanzioni a chi non si adegua, rischia invece di scrivere l’ennesimo capitolo di una guerra al contante senza senso né pratico né, come si vuol far credere, etico. Da quando il governo ha annunciato l’aumento del tetto da mille a 3 mila euro – e siamo ancora ben al di sotto di Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, e poco importa che la Francia si muova al contrario, anzi – ci siamo sentiti dire che si premiano evasori fiscali e criminali. Frottole.
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In Italia il limite non ha ridotto l’evasione ma prodotto un boom di banconote tipico di ogni protezionismo; mentre i terroristi islamici di Parigi hanno noleggiato auto, pagato autostrade, gestito un bar con spaccio di droga a Bruxelles, si suppone muniti di carte e terminali Pos. Ma soprattutto chiunque a New York o Londra può pagare con la carta il caffè da Starbucks, e comprare un cappotto tirando fuori dollari o sterline senza che gli piombino addosso l’Fbi o l’MI5. Le card sono comode e smart, ma se anziché le Nike si vogliono indossare le ghette dobbiamo essere liberi di farlo. Il punto è un altro: eliminare gabelle e commissioni sul commercio elettronico, a cominciare da quelle delle banche, per stimolare la modernità e ancor più la concorrenza. E poi lasciare tutti liberi di fare e pagare come gli pare.
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