L’allegra brigata complottista e no-Merkel di Gianluigi Paragone & Co.

Germania tiè, il caso Volkswagen secondo “La Gabbia”

di Marianna Rizzini | 04 Ottobre 2015 ore 06:08

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Roma. Uno spettro anti-Merkel s’aggira per i teleschermi, e ha assunto le sembianze di Gianluigi Paragone, conduttore psichedelico (basta guardare le sue scarpe) della “Gabbia”, talk-show in onda il mercoledì sera su La7. Si dà il caso, infatti, che da quindici giorni, complice il caso VolksWagen, nell’arena della trasmissione dove gli ospiti stanno in piedi per tutto il tempo, ci si rallegri a dismisura per quella che è stata chiamata, nella puntata del 23 settembre, “la caduta degli dei” (titolo “Germania kaputt”) e nella puntata del 30 settembre “l’avvertimento” (Giulietto Chiesa dixit) o anche “il pizzino” americano all’indirizzo dei tedeschi, la cui “malafede in partenza” nessuno si aspettava, dice Paragone e dicono in sostanza quasi tutti gli ospiti, eccezion fatta, ovviamente, per il tedesco in Italia Tobias Piller, il corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung che dal 1992 a oggi ha seguito l’eclissi della Prima e della Seconda Repubblica e la nascita della Terza, ma che ancora veste come un personaggio dei “Tenenbaum” di Wes Anderson e ancora (per vezzo?) dice “kvando” invece di “quando” e “kvesto” invece di “questo”.

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Se ai tempi del governo Monti il ruolo di Piller era quello dell’esegeta della Germania-giudice, chez Paragone Piller diventa il co-accusato: ma come, non hai detto che questa per la Germania è anche “un’opportunità”? “Caro Tobias, tu stai facendo quadrato”. Perché la soddisfazione, a “La Gabbia”, in questi giorni, è quella di vedere nella polvere “la maestrina”, come chiama la Merkel il signor “Nessuno”, misterioso editorialista in quota “castigatore di poteri forti”: ora vi spiego io, dice Nessuno, e vi dico che dietro al caso Volkswagen c’è l’America che ha voluto “punire” Merkel “l’arrogante”: finiscono nello stesso calderone dell’editoriale i trattati commerciali con l’Asia, Vladimir Putin, gli Ogm, le bistecche gonfiate e Barack Obama, e per chi non avesse capito arriva Giulietto Chiesa a dire che sì, lo scandalo VW è una “punizione politica” per la Germania e per l’Europa che osano avere rapporti con Putin anche dopo il “golpe” americano in Ucraina. Certo che vedo un complotto, dice Chiesa, altresì convinto che “se non sei complottista” non sei un giornalista ma “un passacarte” (il povero Piller prova a contestare, con sguardo sempre più fisso dietro agli enormi occhiali anni Settanta, ma non c’è modo di fermare Giulietto). Complotto!

“Germania volevi insegnarci a vivere con lezioni di correttezza e rigore? Tiè!”, è il concetto ribadito attraverso innumerevoli declinazioni del medesimo “kaputt” (da una puntata all’altra). C’è l’ex europarlamentare di Forza Italia Lucia Ronzulli che chiama la Merkel “regina dei tarocchi” (auto taroccate), e c’è Beppe Grillo intervistato come profeta (l’aveva detto, lui, nei suoi spettacoli del 1995 e del 2007, che la soluzione era “il vapore acqueo”, e dunque può ben sfoderare l’immagine dell’automobile come una “vecchia” di centododici anni e “una ventina di lifting”, che però resta pur sempre “una vecchia”). Paragone d’altronde l’ha detto nell’editoriale di apertura: la macchina è una prigione. Maddai?, pensano i telespettatori romani alle prese con la minaccia dell’ennesimo sciopero Atac, ma non si fa in tempo a trasecolare che arriva Dado, l’attore comico che quando intona strofe goliardiche sulla Merkel fa smorfie da creatura crepuscolare de “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone. Anche annunciato al raduno a Cinque stelle di Imola (17 e 18 ottobre), Dado alla “Gabbia” rifà in chiave anti-tedesca “Bibidibobidibù”, la canzone della fatina di Cenerentola: “Magicabula che paracula / l’auto con la doppia w/ fa la magia tutto quel che vuoi tu / e il gas non inquina più… / undici milioni le auto truccate dalla Germania al Perù / quando la Merkel è apparsa in tv / era immersa nella pupù…”. Ma il peggio arriva quando Dado butta lì la battuta sulla Germania che “prende sempre tre gol dall’Italia” e fa “cazzate con i gas”. Il pubblico ride come mai aveva riso, in uno studio tv, ai tempi di Berlusconi e della mitica battuta all’Europarlamento su Martin Schultz: “Kapò”. E quando Piller riappare in video, a malapena ha la forza di dire “io mica devo difendere per forza la Volkswagen”. Kaputt.

Categoria Estero

COMMENTI

roberto • 36 minuti fa

Chissà che con il declino Obamiano e l'avvento di persone che......desiderano il NYT di nuovo come faro del liberalismo mondiale e paladino di libertà individuali e stato magro non porti un pò di chiarezza negli USA.

E finiscano i tempi del "...pentitevi, il mondo sta finendo e il clima sta cambiando per colpa nostra...", delle leggi farlocche su inquinamento e consumi, delle signore che vanno in galera perchè si rifiutano di registrare un atto di nozze fra persone dello stesso sesso.

Non finirà mai, invece, il difettaccio USA che periodicamente salta fuori: liberali ovunque, ma protezionisti in casa.

Ma queste non sono buone ragioni per taroccare auto.

Speriamo che "Obamone", come la Befana che porta via tutte le feste, si porti anche i tanti "Obamini" de noantri, last but not the least il Sindaco di un capoluogo Romagnolo che, interpretando una delibera Regionale che dimostra una volta di più l'inutilità, se non la pericolosità delle Regioni, ha disposto il divieto di circolazione dal 1 ottobre al 31 marzo 2016, dalle 8,30 alle 18,30 e nelle "domeniche ecologiche" (segue lunga lista) nell'area urbana ed extraurbana delimitata dall'anello di circonvallazione per tutti i veicoli a benzina ante Euro2 e diesel ante Euro4.

La delibera mancava, ovviamente, trattandosi di veicoli omologati, collaudati e autorizzati alla circolazione, del rimborso in quota della tassa di circolazione e dell'invito alle compagnie assicuratrici a segare il costo della RCA per questi poveri disgraziati.

Ma, attenzione: i turnisti ed i comandati possono circolare, naturalmente muniti della dichiarazione del datore di lavoro.

Ridiamo su cose che potrebbero tornarci indietro come boomerang, non facciamo nulla se i soliti burocrati e politicanti, giorno dopo giorno, stanno smantellando stato di diritto e libertà individuali.

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