Bersani ironizza, lamenta, critica. Ma comanda Renzi
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Il calo di simpatie rilevato ai danni di Matteo Renzi ha molteplici cause. Non gli gioveranno i ritardi che si cumulano, gli intoppi parlamentari, l'incancrenirsi di problemi irrisolti
di Marco Bertoncini , Italia Oggi 31.7.2015
Il calo di simpatie rilevato ai danni di Matteo Renzi ha molteplici cause. Non gli gioveranno i ritardi che si cumulano, gli intoppi parlamentari, l'incancrenirsi di problemi irrisolti (migranti in primo luogo), il pullulare di questioni periferiche e, ancora, l'insistenza dei mezzi d'informazione sul degrado di Roma. L'indebolito R. ha però alcuni vantaggi: le urne sono lontane (il 40% per il Pd vantato da Maria Elena Boschi è un evanescente sogno botticelliano); la ribellione dei parlamentari si arresta di fronte al panico che la legislatura sia troncata; il centro-destra è frantumato, anzi, si contorce dividendosi sempre più.
Certo, su R. si rovescia di tutto, compreso lo sfascio di Fiumicino, e tutto gli viene imputato. Per tenersi a galla, deve affrontare perfino figure come il voto pro Azzollini, ovviamente sfruttato da chiunque rimesti l'odio anti casta e sfrutti l'antipolitica. Le sinistre interne non perdono mai un'occasione per infilare zeppe: ovvio che, dopo aver approvato, nel direttivo del gruppo senatoriale, il comportamento da tenersi, siano scese in campo per smentirsi e infilare ditate negli occhi al proprio segretario. Che poi la distribuzione di ruoli fra i due vicesegretari sia stata una soluzione felice, non si può proprio asserire.
Pier Luigi Bersani, nel Pd il capocorrente con maggior seguito e prestigio, procede lanciando strali, usando ironie, sfruttando ogni occasione per esternare critiche nei confronti di chi a suo tempo lo sconfisse. È difficile, per l'ex segretario, non confrontare la propria condizione di un tempo con quella attuale: a Palazzo Chigi siede chi l'ha detronizzato dalla segreteria. Così, smania di vendetta e attesa fumantina di rivincita si cumulano.
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