La sinistra ha preso un'altra influenza: dopo la sovietica, la cinese, la vietnamita e l'islamica, questa volta ha contratto quella greca
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E se avessimo sbagliato tutto? Se non fosse il Boyscout ma Pippo Civati (o persino Gigi Bersani, e forse addirittura Fassina Chi, o magari anche Gianni Cuperlo) il Vero Salvatore della Sinistra in Panne?
di Ishmael , Italia Oggi 9.7.2015
Come gli attacchi di malaria nei romanzi esotici, che colpiscono i funzionari coloniali e gli avventurieri nei momenti meno opportuni, la sinistra italiana è di nuovo preda d'un attacco della sua peculiare malaria ideologica: l'irrealpolitik. Dopo la «sovietica», la «cinese» e la «vietnamita», dopo l'«islamica» negli anni della guerra di Bush jr al terrorismo, è la volta della «greca», ma la sostanza dell'epidemia non cambia: sempre più in piccolo, è di nuovo un attacco d'irrealismo politico fulminante. E se avessimo sbagliato tutto? Se non fosse il Boyscout ma Pippo Civati (o persino Gigi Bersani, e forse addirittura Fassina Chi, o magari anche Gianni Cuperlo) il Vero Salvatore della Sinistra in Panne?
Tony Blair, che dai Novanta in poi ci ha fatto da guida indiana nei territori inesplorati del nuovo ordine mondiale, forse non aveva capito niente. Forse aveva capito tutto Fídel Castro (che infatti ha piegato la Casa Bianca, costringendola a negoziare col cappello in mano) e forse adesso capisce ogni cosa Alexis Tsipras (che ha trionfato sui suoi creditori lasciandoli tutti a becco asciutto). Siamo diventati riformisti, sia pure obtorto collo, senza metterci l'anima né il cuore. Ma forse avremmo dovuto restare fedeli alle nostre radici: il togliattismo, la Resistenza rossa, il goscismo, il Sessantotto, Barbara Spinelli, Potere operaio. Anche Massimo D'Alema, si legge sui giornali, torna a pensare che la rivoluzione proletaria, come diceva Peppone nelle storie di Giovannino Guareschi, ha in fondo «un suo perché».
Con le buone, niente strappi rovinosi, educatamente, senza decapitare nessuno ma c'è bisogno di mettere i nostri nemici (la finanza globale, la Cia e Wall Street, Angela Merkel, la Bce, Matteo Renzi, le Olgettine eccetera) fuori gioco una volta per tutte. Basta con le crisi d'identità: la sinistra italiana deve spaccare tutto, com'è nel suo DNA (parola, Dna, che piace molto, a destra come a sinistra, dove viene usata a sproposito ma con allegria). Niente di personale, ma le destre demoplutocratiche devono essere messe in condizione di non nuocere, come ha fatto Alexis Tsipras in Grecia, che pur d'ottenere il suo scopo, vale a dire una società più giusta e più chic, non ha esitato a sacrificare il suo uomo migliore, Yannis Varoufakis. Noialtri, calcola la sinistra italiana, possiamo rottamare Matteo Renzi subito e poi sacrificare Beppe 5 Stelle e Gianroberto Casaleggio, che di voti ce ne hanno rubati anche troppi, offrendoli in Olocausto (su per il camino) alla Bundesbank.
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