Renzi: “Prendetevi pure la Grecia, io preferisco fare le riforme”
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Il premier ai pro-Tsipras: io voglio tenere l’Italia fuori da questi scenari drammatici. «Volete la Grecia? Prendetevela! Se volete proporre ai cittadini code ai bancomat per venti euro al giorno, se questo volete proporre agli italiani, accomodatevi pure
06/07/2015 FRANCESCA SCHIANCHI ROMA, La Stampa
«Volete la Grecia? Prendetevela! Se volete proporre ai cittadini code ai bancomat per venti euro al giorno, se questo volete proporre agli italiani, accomodatevi pure. Io preferisco fare le riforme e tenere fuori l’Italia da questi scenari drammatici». A risultati ormai chiari, quando, nonostante lo spoglio in corso, non ci sono più dubbi sulla vittoria del no, il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde così «a chi inizia a festeggiare Tsipras eroe». Mentre i sostenitori di «oxi» esultano in piazza ad Atene, e Twitter e agenzie di stampa cominciano a rilanciare le dichiarazioni trionfanti dei sostenitori nostrani, il premier commenta ironico: «Festeggiano come se a Fermo, Nuoro ed Arezzo potessero aggiungere Corfù e Creta, ma non vedo cosa possano fare insieme Brunetta e Fassina: mi pare una convergenza fantastica».
«Me l’aspettavo»
Ha stravinto il no: lui se lo aspettava, anzi, si attendeva anche percentuali superiori, assicura. «Non sono per nulla stupito, avevo scommesso con Lotti che il no avrebbe vinto 70 a 30», perché, spiega, «la posizione del sì era debole. Non è stato presentato come un referendum euro contro dracma, Tsipras è stato abile a presentarlo dicendo “restiamo nell’euro ma datemi più forza per trattare e portare a casa un accordo migliore”». Morale, i cittadini greci hanno preso una decisione «della quale occorre, in primo luogo, prendere atto con rispetto», ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una decisione che tuttavia, sottolinea, «proietta, oltre ad Atene, la stessa Unione europea verso scenari inediti, che richiederanno a tutti, sin d’ora – raccomanda - senso di responsabilità, lungimiranza e visione strategica».
Padoan e la solidarietà
Caratteristiche da mettere in campo subito, perché a questo punto, secondo il premier, «è complicato, si apre una settimana cruciale: mi risulta che Tsipras voglia trattare, ma molto dipende dalla partita interna tedesca fra la cancelliera Merkel e il ministro delle finanze Schauble», considera. Una settimana che lui aprirà con un summit insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, domattina alle 9.30 a Palazzo Chigi, proprio per valutare le conseguenze del referendum greco. Che non impatteranno negativamente sull’Italia, hanno ripetuto nei giorni scorsi («noi siamo quelli che risolvono i problemi, non siamo il problema», ha ribadito il premier alla vigilia del voto): ieri, fonti del Ministero delle finanze rassicuravano sul fatto che l’Italia è pronta ad assorbire eventuali shock dei mercati. E il ministro Padoan twittava: «L’Italia lavora da sempre per una Europa solidale e più integrata. Era vero ieri e lo sarà ancora domani», e ancora «regole condivise dai popoli europei servono a garantire stesso obiettivo: il benessere attraverso crescita economica e occupazione».
Per stamattina è prevista anche una riunione del Consiglio direttivo della Bce, per fare il punto della situazione e decidere sull’Ela, la liquidità d’emergenza. Nel pomeriggio, poi, l’incontro a Parigi tra Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, che nel Pd guardano con preoccupazione, temendo che possa essere, come dice qualcuno, «più un problema che un vantaggio», se dovesse riproporre una sterile contrapposizione tra Europa e governo greco.
«Io spero che una soluzione si trovi, perché se la Grecia uscisse dall’euro sarebbe una catastrofe, un’emergenza umanitaria», si allarma Renzi, «ci sono soldi nelle banche solo fino a domani (oggi, ndr.), non so come possano farcela», si preoccupa. Superata questa crisi, però, tutto quello che è successo deve essere l’occasione per aprire uno spazio politico per l’Italia, per promuovere una «terza via tra austerità e tagli ed emergenze e salvataggi»: «Da settembre bisogna ragionare su come l’Europa deve essere, bisogna rilanciare, chiedersi se non convenga di più all’Europa scommettere su crescita e investimenti piuttosto che vivere di emergenze e salvataggi».
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