Vieni avanti Salvini. Perché al Cav. serve una testa d’ariete biodegradabile
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Martellare il Pd, testare gli umori dell'elettorato di destra, stare in prima fila nel circo mediatico-politico: quando il leader della Lega ne uscirà logoro, una volta vinta la sua battaglia nel fango con i pm, allora Berlusconi potrà presentare il suo candidato
di Alessandro Giuli | 03 Luglio 2015 ore 16:47 fOGLIO
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La natura delle cose ama nascondersi. Deve esserci dunque un motivo se il Cavaliere ha deciso di attaccare a pallettoni la coppia Tsipras-Varoufakis – venerdì ritratti senza pietà sulla copertina di Panorama: naso e sorriso da clown, titolo: “Pagliacci” – ma al tempo stesso s’accompagna a Matteo Salvini, che della funesta coppia ellenica è sostenitore in qualità di capofila dell’Italia eurofustigatrice e populista. Deve esserci una ragione e forse anche banale. In uno slogan: vieni avanti Salvini. Berlusconi ha il dono del pragmatismo, comprende d’aver bisogno del serbatoio dei consensi esulcerati che si raggrumano intorno al leader leghista, ma più ancora ha realizzato che, in assenza di un appuntamento elettorale imminente (per sua fortuna), il volto contundente di Salvini può essere una testa d’ariete per galvanizzare le viscere del centrodestra senza consumare la prospettiva d’una candidatura d’area berlusconiana. Le teste d’ariete servono a martellare i muri del nemico, ma inevitabilmente si logorano a forza di urti. Fuori dalla metafora bellica: il circo mediatico-politico, di cui Salvini è protagonista di primo piano, tende ad accorciare i tempi di biodegradabilità del prodotto offerto sul mercato dell’audience elettorale. Se il marchio sovraesposto non viene messo al momento giusto alla prova del voto, crea un effetto assuefazione, diventa scontato, stanca. E forse la scommessa del Cav. è appunto questa: alzare la posta del conflitto politico, offrire alla Lega delle destre un capitale non scadente, ma a media scadenza, e non spendibile nell’immediato.
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Possiamo anche considerarlo un test prolungato per sondare umori e pulsioni di un elettorato consanguineo in larga parte dormiente, pronto però a uscire dalla propria letargia una volta che le posizioni in campo, assieme ai leader che le rappresentano, siano divenute chiare e distinte. Salvini è utile perché azzanna i punti deboli del renzismo di governo, attrae l’elettorato che fu post missino e costituisce una barriera credibile alla transumanza del qualunquismo conservatore verso la palude incapacitante del Movimento cinque stelle. Ma va da sé che il massimalismo leghista non possa esprimere una vocazione maggioritaria né in termini numerici né in chiave politica. E qui dovrebbe entrare in gioco il disegno del Cav. Quando Salvini avrà esaurito il suo repertorio, nel vuoto di leadership di un centrodestra assordato dall’intensità sloganistica del ragazzaccio che piace ai talk-show, si renderà necessario un aggiornamento di stile e d’immagine. A quel punto il fronte berlusconiano dovrebbe farsi trovare pronto a cogliere il momentum.
Ma come? Qui subentrano i problemi. Perché il Cav. sta ingaggiando un supplemento di lotta nel fango con i pm di Milano (e con la solita muta di latranti guardiani che contornano il partito delle procure) e questo lo allontanerà ancora dal centro della scena politica. Ma ha dalla sua l’effetto ormai sciroccoso delle iniziative giudiziarie che lo riguardano e può sperare in una riabilitazione necessitata dalle disavventure tribunalizie della legge Severino. A quel punto dovrebbe riemergere con un “discorso di verità” e mostrarsi come la sola alternativa, federatrice e maggioritaria, al Pd renziano e alla narrazione salviniana. Meglio se affiancato da un ipotetico successore dotato di quel “quid” altrove assente, e magari anche legittimato da una parvenza di primarie.
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COMMENTI
- franco bolsi • un'ora fa
I problemi sul tappeto sono sempre gli stessi. Tasse, immigrazione, islam, magistratura fuori controllo, posizione italiana in Europa, burocrazia quindi stato vampiro e così via. Contrariamente alle attese Renzi su questi aspetti non ha fatto nulla. Da qui nasce l’ipotesi di un centro destra possibile vincitore alle prossime elezioni, quando ci saranno. Salvini, che lei non ama, ma non è un problema, deve, se vuole consensi in parte inseguire i Grillini, che sono il secondo partito, convincere gli smarriti del centro destra che “stavolta” ce la faremo, oltre che convincere chi non vota più perché è schifato. Sappiamo bene che disuniti, non c’è speranza, ma lo sa anche Salvini, direi lo sanno tutti. Oltre i
tatticismi non mi è chiara la strategia di Berlusconi. Tsipras non c’entra
nulla, secondo me. E le pare che al Cav piacciano i comunisti? Salvini “appoggia” Tsipras per inseguire Grillo e azzannare il sentimento anti europeista che è molto forte in questo momento. Nemmeno lui è comunista altrimenti a destra non lo filerebbe nessuno e dovrebbe fare comunella con Vendola. Tatticismi anche per lui. Siamo, credo, in una terra di nessuno e giustamente si pensa che le elezioni siano lontane (purtroppo). Resto sempre dell’idea che il modello PDS, o se preferiamo Liguria, potrebbe funzionare. Ma c’è un problema non indifferente: il programma che non può più essere fumoso. Caratteristica di tutti i governi di centro destra che come Renzi prometteva e non facevano. La disintegrazione dell’area nasce da questo non piccolo particolare. E’ qui che si giocherà la vera partita. Salvini deve stare attento a voler uscire dall’euro (non che mi piaccia) una volta eletto. Potrebbe fare la fine di Tsipras. Berlusconi non può da solo nominare un “delfino” per tutti. Lo può fare per FI, ma dovrà trattare con gli altri, ci metto anche la Meloni. Sono molto curioso di capire come si evolverà la situazione, anche se non credo che lo scoglio maggiore sarà sui nomi. Infine chiunque si riconosca nell’area, genericamente intesa, deve ringraziare Salvini che ha frenato un’emorragia che sembrava inarrestabile. Alla fine se non si vuol votare Grillo o Renzi, si vota quello che c’è.
- Maria Pia Banchelli • 3 ore fa
La sua conclusione è perfetta: affiancato da...Ma io credo che trovarsi un erede spendibile, e molto, per Berlusconi non sia facile. Dal suo punto di vista, ed in parte ha ragione, è difficile trovare un altro come lui. Se non fosse di sinistra, ma lo è ancora?, io direi che un Alfio Marchini potrebbe andar bene. Insomma un tipo tosto e deciso. Altrimenti, fatalmente, fieramente ed incoscientemente, finirà che Berlusconi ricandiderà se stesso. Magistratura permettendo, ovvio.
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