La fatwa di Rosy Bindi, la monache di clausura e una domanda ai presidenti
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di Camera e Senato. Leggo che dal 1952 le monache di clausura beneficiano di una speciale dispensa per esercitare il diritto di voto. A dircelo è la badessa delle suore di Napoli
di Emanuele Macaluso | 02 Giugno 2015 ore 10:00
Leggo che dal 1952 le monache di clausura beneficiano di una speciale dispensa per esercitare il diritto di voto. A dircelo è la badessa delle suore di Napoli – in una dichiarazione raccolta dall’Adnkronos e dal Mattino –, Maria Rosa Lupoli. La quale ci dice che prima di andare alle urne hanno le idee chiare e c’è chi bussa al convento, spesso i candati, per discutere i programmi elettorali. Quest’anno nessuno si è presentato. Madre Rosa dice: “Abbiamo letto un po’ di tutto nei giornali ma, oggi come oggi, siamo spiazzate dato che sulle elezioni è piovuta la lista degli impresentabili”. E aggiunge: “Vincenzo De Luca è uno che in generale ci sa fare, ma in questo momento non abbiamo le idee chiare e, se non le schiariremo in serata, meglio non andare alle urne”. Infatti la badessa considera la lista della Bindi una “bomba”.
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La decisione delle suore è “affidata alla preghiera e se non si chiariranno le idee si asterranno”. La riflessione della badessa, forse senza volerlo, mette in evidenza la enormità della lista della Bindi su cui io richiamo anche l’attenzione dei presidenti di Camera e Senato, dato che la commissione Antimafia è bicamerale. Ho già detto – sul Foglio – che a me sembra incredibile che la commissione Antimafia possa assolvere, come ammoniva Pio La Torre, la funzione di “giustiziere del re”, ma nel caso di cui parliamo, se si sentenzia che De Luca unico candidato del Pd è “impresentabile”, si dice anche che il Pd non è votabile. E’ quello che in sostanza dice la badessa: “De Luca è uno che ci sa fare ma c’è la “bomba” della lista e le suore si astengono”. Infatti “l’impresentabile” De Luca non è uno di una lista di più candidati, per cui se non si vota lui si può votare un altro. Se non si vota De Luca non si vota il Pd. Se questa “sentenza” fosse stata notificata al Pd prima della scadenza dei termini di presentazione delle liste o poco dopo si poteva cambiare il candidato.
Ma, come dice la badessa, la “bomba” è espolosa due giorni prima del voto. Mi chiedo e chiedo ai due presidenti: può una commissione del Parlamento, organo dello Stato, compiere un atto che induce ad astenersi gli elettori di un candidato che esprime un partito? Il fatto che tanti elettori della Campania votando De Luca abbiano respinto l’ingiunzione della commissione Antimafia non cancella la responsabilità di chi l’ha prodotta.
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