Scalfari, Clinton e i migranti. Il pagellone fogliante alla settimana politica
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Per tutta la settimana si è parlato molto di identità e valori del Pd, a proposito di alcuni complicati dettagli della legge elettorale
di Francesco Cundari | 18 Aprile 2015 ore 06:18 Foglio
La domenica precedente, in un editoriale dedicato alla sinistra che non sa più parlare al popolo, Eugenio Scalfari è partito da una lunga citazione di uno storico francese. In francese. Per dieci righe, senza traduzione. Viene dunque da pensare che neanche Scalfari sia così interessato a parlare al popolo. E viene pure il sospetto che la sinistra abbia smesso di farlo da quando ha cominciato a parlare con lui. Voto: Trois
Dinanzi al dilaniarsi del centrodestra pugliese, Michele Emiliano si è messo a maramaldeggiare pure su Twitter, chiedendo al profilo di Frank Underwood (protagonista della serie americana sul mondo della politica House of Cards) di trovare un candidato repubblicano da opporgli. Peccato che in House of Cards Underwood sia un democratico. Dunque, a rigore, potrebbe al massimo sostituire Emiliano. Voto: 7 (per la trovata)
Lunedì sono morti due famosi scrittori: Günter Grass e Eduardo Galeano. Entrambi intellettuali impegnati, coscienze critiche del proprio tempo e del proprio paese, con tutte le polemiche, le inevitabili contraddizioni e le incoerenze che simili definizioni, peraltro orrende, portano sempre con sé. Non è facile per nessuno vivere ogni giorno all'altezza della propria immaginazione, figuriamoci per uno scrittore. Confessiamo però di non avere letto Grass. Quanto a Galeano, non abbiamo mai finito "Le vene aperte dell'America Latina", ma abbiamo letto questa sua dichiarazione: "Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo ma solo di notte, mentre dormivo". Sentendolo almeno in questo nostro collega, lo salutiamo con il numero che certamente, in quelle notti, nessun allenatore gli avrà negato: 10.
Con l'ufficializzazione della candidatura di Hillary Clinton alle primarie democratiche, si avvicina la possibilità di vedere la corsa alla Casa Bianca confermarsi come una sfida tra due dinastie: Clinton e Bush. Se questo è il prezzo per finirla con la retorica del paese modello, culla della meritocrazia - e possibilmente con la retorica della meritocrazia tout court - lo paghiamo volentieri. Voto: Clinton.
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Il poliziotto che su Facebook aveva scritto che alla Diaz ci sarebbe rientrato mille volte, aggiungendo parole vergognose su Carlo Giuliani, è stato meritatamente sospeso. L'episodio ha riaperto un vecchio e molto triste dibattito, pieno di ipocrisie e strumentalizzazioni. Di certo la memoria di Giuliani non meritava questo ultimo affronto. Ma nemmeno il monumento che gli hanno fatto alcuni, a dire il vero. La polizia meritava invece vertici che promuovessero le persone responsabili e isolassero gli irresponsabili, e non il contrario. Speriamo che li abbia finalmente trovati. Voto: 7 (di incoraggiamento)
Alla cerimonia per il settantesimo anniversario della Liberazione, di fronte a un vecchio partigiano convinto che fosse ora di abbattere l'obelisco con la scritta "Mussolini Dux", Laura Boldrini ha risposto: "O almeno di togliere la scritta". Noi pensiamo l'esatto contrario: quel tempo è passato. Ora l'obelisco è un monumento, qualcosa che appartiene alla storia, e la storia non deve essere edificante. Se affidiamo ai governi il compito di distruggere i monumenti e riscrivere la storia, chi salverà domani le mille statue romane dedicate a fior di generali e imperatori sanguinari, i teatri dei gladiatori, gli archi di trionfo eretti per celebrare la distruzione di interi popoli? Tra una legge come quella voluta da Zapatero per la rimozione dei monumenti del franchismo e la furia degli islamisti che in Medio Oriente distruggono a martellate i tesori delle più antiche civiltà umane, ovviamente, c'è una grande differenza. Ma forse meno grande di quello che ci piacerebbe credere. Voto: 2
Edmondo Bruti Liberati e Giuseppe Pignatone, procuratori capo di Milano e di Roma, hanno detto davanti alla commissione Giustizia della Camera che sarebbe ragionevole permettere di pubblicare le sole ordinanze di custodia cautelare prima del processo, vietando dunque fino a quel momento la pubblicazione delle intercettazioni e di ogni altro materiale investigativo, compreso quello contenuto in atti a disposizione degli avvocati, e prevedendo in caso di violazione pene severe per i giornalisti e per gli editori. I quali, ovviamente, non l'hanno presa bene. Consapevoli di poter fare ben poco per controbilanciare il fiume di fregnacce che sommergerà questa discussione da ogni lato, quel poco lo facciamo volentieri. Voto: 10+
Dalla prima pagina del Corriere della sera di giovedì apprendiamo che "il cacciatore di antimateria installato dal 2011 sulla Stazione spaziale internazionale ha rilevato anomalie interpretabili come un'evidenza indiretta dell'esistenza della materia oscura". Qualunque cosa significhi, è meraviglioso. Voto: 9 (a tutti gli analfabeti scientifici che come noi non perdono la voglia di rimettersi a studiare e con essa la speranza, un giorno lontano, di capirci qualcosa)
Grandi onori riservati a Matteo Renzi per la sua visita a Washington, come i suoi collaboratori non si stancano di sottolineare: dal soggiorno alla Blair House al pranzo a tu per tu con Barack Obama, ormai senza più bisogno di intermediari e tantomeno di intepreti. Resta da capire quando il presidente degli Stati Uniti avrebbe trovato il tempo di imparare l'italiano. Voto: 7 (a tutti e due)
Nel suo ultimo romanzo, Il Regno, Emmanuel Carrère si domanda se vi siano esperienze identiche in ogni epoca, oggi come ai tempi del Vangelo, quali (forse) mangiare, dormire, ridere. Il romanzo, incentrato sulle vite di San Paolo e San Luca, incrocia spesso lunghi viaggi attraverso il Mediterraneo che il narratore salta a piè pari, dichiarando di trovare noiosi i racconti di mare (senza apparentemente avvedersi della contraddizione, cita però ripetutamente e con commozione versi dell'Odissea). Durante la settimana in molti hanno attraversato il Mediterraneo in condizioni probabilmente assai simili a quelle di Paolo e di Luca: che sia questa la fondamentale esperienza umana rimasta immutata da allora a oggi? Alcuni sono stati gettati in acqua perché cristiani e sono morti così. Sui politici che nel frattempo, a riva, gridavano che quegli uomini vengono qui a fare la bella vita a spese nostre non emetteremo un giudizio. Da scettici impenitenti, possiamo solo augurarci che lo faccia qualcun altro, un giorno.