Renato Brunetta: tutti gli errori di Forza Italia, dal governo Monti alla fiducia in Matteo Renzi
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È uno abituato a spulciare i bilanci fino all'ultima riga Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, non solo economici, ma anche politici.
Libero 12.4.2015
Da mesi il partito guidato da Silvio Berlusconi è una polveriera apparentemente vicina ad esplodere ogni giorno, gli scontri fra le correnti si fanno sempre più duri, le divisioni tra fedelissimi del Cavaliere, sostenitori del patto del Nazareno e dissidenti che spingono per stare all'opposizione si fanno sempre più insanabili. Arriva quindi come una specie di ammissione a cuore aperto quella che l'ex ministro ha voluto fare agli Stati generali organizzati dall'associazione Cuore nazionale. E lo fa ricostruendo tappa dopo tappa le scelte e gli errori che il partito si è ritrovato a fare, a cominciare: "Da quel novembre del 2011 - cioè le controverse dimissioni da presidente del Consiglio di Berlusconi - da allora siamo divisi. E tranne la campagna elettorale del 2013 - ha aggiunto Brunetta - le abbiamo sbagliate tutte".
Le larghe intese - L'analisi del parlamentare azzurro riporta alla memoria dei presenti l'inizio delle larghe intese, forse l'inizio dell'ascesa forzista: "Abbiamo sbagliato ad appoggiare Monti - ha ribadito il capogruppo di Forza Italia - io era tra i pochissimi a dire di no. Monti ci ha trattato da pezze da piedi, ci ha insultato. Come abbiamo potuto appoggiare un governo di quel tipo? Tutto parte da lì - insiste - le divisioni del centrodestra partono da lì". E dopo il "governo dei professori", seguì quello con il Partito democratico: "Abbiamo appoggiato Enrico Letta, larghe intese, scelta giusta che doveva portare alla pacificazione, al rilancio dell'economia, ma Letta è caduto per la sua inconsistenza. Non ha prodotto pacificazione, nè riforme costituzionali condivise, solo la scissione al nostro interno".
Con Renzi - Brunetta poi arriva ai fatti più recenti, a quelle scelte oggi tanto contestate - soprattutto dai fittiani - che però insiste nel difenderne la buona fede: "Il patto del Nazareno delle origini era straordinario: non più demonizzazione di Berlusconi e riforme condivise. Sapete tutti come è finita - ha ricordato Brunetta - Renzi ci ha usato con la sua minoranza interna, tanto al Senato quanto alla Camera, e poi ci ha buttato via. Ci ha ingannato, ha fatto bene Berlusconi a provarci fino alla fine, pur di avere un presidente della Repubblica condiviso". Proprio il rinnovo del capo dello Stato torna come casus belli nella rottura di quell'accordo che Brunetta è convinto abbia rotto l'attuale premier: "Abbiamo dato tutto, accettato i cambiamenti del Patto, e ognuno di essi andava a favore di Renzi. Il tutto per un presidente condiviso, Giuliano Amato, non un uomo di Forza Italia, ma la tessera numero uno del Pd.