ORA SI SPIEGA L’ADDIO DI COTTARELLI! LA SUA SPENDING REVIEW PREVEDEVA MOBILITÀ E

LICENZIAMENTO PERGLI STATALI - E DIVIETO DI CUMULO TRA PENSIONI E STIPENDI PER CHI SVOLGE INCARICHI PUBBLICI -

Ancora, l’idea di obbligare alla fusione tutti i Comuni al di sotto di una certa soglia (3.000, 5.000 o 10.000 abitanti) - Altri possibili interventi riguardano la riduzione del 20% del numero di assessori e consiglieri e l’eliminazione dell’indennità di fine mandato dei sindaci, oltre al taglio degli emolumenti...

Roberto Giovannini per “la Stampa” 1 APR 2015 10:09

Si era creato uno strano mistero sui documenti di lavoro «secretati» degli esperti della Commissione Cottarelli nella foto). Quasi contenessero la ricetta per trasformare il ferro in oro o per realizzare il moto perpetuo. Con la formalizzazione della nomina di Yoram Gutgeld come successore di Carlo Cottarelli alla Spending Review i documenti sono stati pubblicati ieri alle 20. Si tratta di 19 documenti realizzati dai gruppi di professori cui Cottarelli a suo tempo chiese idee sui vari ambiti possibili di taglio della spesa pubblica.

Alcune di queste proposte poi vennero recuperate nel rapporto ufficiale «di addio» del Commissario; qualcosa (ma non troppo) è diventato copertura del decreto legge sugli 80 euro, nella riforma della pubblica amministrazione o nella Legge di Stabilità. Tante altre sono rimaste, appunto, sulla carta.

Una lettura approfondita ovviamente è impossibile. Molte delle proposte portano risparmi non quantificati. In altri casi si quantifica: eliminazione degli affitti pubblici non necessari (300 milioni), taglio degli affitti utili (250 milioni). Cospicuo è il risparmio previsto nell’acquisto di beni e servizi della Pubblica Amministrazione a tutti i livelli: ben 1,8 miliardi l’anno a regime. L’intero capitolo delle partecipate pubbliche sembra essere stato recuperato completamente (e mai attuato) nel documento finale di Cottarelli.

Al contrario, i documenti sui tagli a Province, Comuni e Regioni sembrano decisamente più generici, anche perché sono stati prodotti dagli uffici dei diretti interessati. Stesso discorso vale per i testi che riguardano i singoli ministeri: tutte idee messe a punto dagli uffici stessi dei ministeri (lo Stato Maggiore nel caso della Difesa), e a una sommaria lettura sembrano poi già state attuate in tutto o in parte.

Ma le proposte «toste» non mancano: per il personale del pubblico impiego si propone di potenziare la mobilità rendendola obbligatoria e d’ufficio, e facendo perdere il posto a chi si rifiuta. Sempre nel pubblico impiego si parla di «logiche di mercato», e di rendere «fisiologico» anche il licenziamento individuale.

Per i costi della politica, si propone di bloccare il cumulo tra pensioni e retribuzioni pagate dai contribuenti a tutti coloro che svolgano incarichi di governo, istituzionali centrali o locali o cariche di aziende pubbliche. O lo stipendio, o la pensione. Ancora, l’idea di obbligare alla fusione tutti i Comuni al di sotto di una certa soglia di popolazione (3.000, 5.000 o 10.000 abitanti).

Altri possibili interventi riguardano la riduzione del 20% del numero di assessori e consiglieri e l’eliminazione dell’indennità di fine mandato dei sindaci, oltre al taglio degli emolumenti. In campo farmaceutico si parla di un drastico giro di vite, anche con la ridefinizione di prezzi di riferimento per categorie omogenee, e in generale il ricorso ai costi standard.

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