Stellantis: con Tavares forsennati tagli di costi senza logica imprenditoriale e rispetto delle persone. Ritornare a Marchionne

La transizione ecologica mette in difficoltà tutte le case automobilistiche ma Tavares, con il suo dogmatismo sui costi e sui prezzi, ha reso ancor più drammatica la situazione

3.12. 2024, 6:53 | di Paolo Rebaudengo firstonline.info lettura4’

La transizione ecologica mette in difficoltà tutte le case automobilistiche ma Tavares, con il suo dogmatismo sui costi e sui prezzi, ha reso ancor più drammatica la situazione di Stellantis. Marchionne diceva: “Bisogna trovare un giusto equilibrio tra logiche industriali e responsabilità sociale”

È finita l’epoca Tavares! Significativi utili realizzati dalla “deriva” di trascinamento della gestione Marchionne e da forsennati tagli di costi senza badare a nessuna logica imprenditoriale che hanno svuotato un’azienda in presenza di una situazione di mercato quasi impossibile da affrontare in condizioni normali, figuriamoci con una gestione Tavares.

La transizione ecologica e le conseguenze sul mercato europeo dell’automobile giustificano le difficoltà e le criticità esistenti (basta osservare quanto accade in Volkswagen, Mercedes, Bmw), ma Tavares è riuscito a rendere ancor più drammatica la situazione Stellantis con le sue incoerenze e il suo dogmatismo sui costi e sulla politica dei prezzi. Fin dall’inizio si potevano comprendere le criticità di una gestione basata solo sulla riduzione di costi essenziali per la civile convivenza (una per tutti: la pulizia dei servizi igienici e degli spogliatoi, il taglio dell’erba negli stabilimenti) e…la messa in vendita del museo Fiat scelte che dimostravano mancanza di senso storico, non conoscenza dell’ambiente, e assenza di cultura industriale.

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Non parlo di piani, prodotto, strategie, ma di condizioni elementari di relazioni e di rispetto dei lavoratori e del mondo imprenditoriale! Adesso si tratta di vedere se ci sono ancora le persone in grado di reagire. Quando arrivò Marchionne nel giugno del 2004, in una azienda al limite del fallimento, c’era ancora all’interno una struttura di professionisti che, pur nello sbandamento generale (la scomparsa dell’avvocato Agnelli e l’avvicendamento di 4 di amministratori delegati in 2 anni) aveva realizzato nei primi anni del 2000: la vettura dell’anno, il camion dell’anno, il trattore dell’anno.

Oggi dopo la cura Tavares cosa è rimasto di quella famiglia professionale?? Sicuramente l’area Sud America che, malgrado la gestione di Tavares, è riuscita a migliorare e a consolidare la propria presenza nel continente con una gestione di successo economico di prodotto, e di rispetto dei lavoratori e del contesto sociale.

La nuova Stellantis potrebbe ripartire dal Sud America? In Italia poi sarebbe opportuno evitare di pretendere incontri politici-istituzionali subito, ma potrebbe essere opportuno attendere che Stellantis ridefinisca la squadra di management e, fatte le opportune valutazioni, si riapra un rapporto istituzionale corretto partendo dai problemi veri ma evidenziando una volontà di dare continuità ad una storia aziendale che dura da 125 anni e che piaccia o no ha rappresentato lo sviluppo dell’economia italiana.

Si potrebbe riprendere il pensiero di Marchionne. Nell’intervento a Palazzo Chigi nel dicembre 2009 di fronte a tutte le istituzioni e al Sindacato delineò in dettaglio la completa strategia di prodotto e di processo dell’intero Gruppo Fiat e in quella occasione disse “quello che cerchiamo di fare è trovare un giusto punto di equilibrio tra logiche industriali e responsabilità sociale…. Sono convinto che non ci sia altro modo per gestire una realtà complessa come un’azienda delle dimensioni della Fiat. Seguire i criteri e le ragioni di una sola parte può provocare effetti devastanti. Nel primo caso, quello del puro calcolo economico, porterebbe ad un bagno di sangue che nessuno di noi vuole. Nell’altro caso quello dell’attenzione esclusiva al sociale condurrebbe alla scomparsa dell’azienda. E credo che nessuno di noi voglia neppure questo”.

Stellantis e l’indimenticabile lezione di Marchionne

Quanto attuali sono altresì le parole pronunciate a Trento nel 2017 da Marchionne: “Noi siamo stati i colpevoli del nostro fallimento, come gli artefici della nostra rinascita……. Si sta aprendo una frontiera nuova e la transizione sarà dolorosa per molti. Non sappiamo esattamente quanto tempo richiederà questo processo. Non sappiamo chi davvero vuole i nuovi veicoli o quanto costeranno… Non sappiamo quali saranno i tempi per creare le necessarie infrastrutture. Non sappiamo neppure quale sarà il ruolo dei governi del mondo nel favorire l’adozione dell’elettrico, come già sta succedendo, o nello scrivere le regole della guida autonoma. Ma se c’è una cosa chiara è che il cambiamento sta arrivando, rapidamente, in ogni angolo del settore. E sarà dirompente. Se nel mezzo di tutto ciò non rimaniamo consapevoli e flessibili, rischiamo di svegliarsi una mattina come Sherlock Holmes e Watson e di accorgerci che la nostra tenda è sparita.”

La storiella di Sherlock Holmes e il dottor Watson

Storiella che qui richiamo se qualcuno non la conoscesse: Sherlock Holmes e il Dottor Watson decidono di andare in campeggio. Piantano la tenda sotto le stelle e vanno a dormire. Nel mezzo della notte, Sherlock Holmes sveglia Watson e gli dice: “Watson, guarda il cielo e dimmi cosa vedi”. Watson risponde: “Vedo milioni e milioni di stelle”. E Sherlock Holmes: “E che cosa ne puoi dedurre?”. Watson riflette e gli dice: “Se ci sono milioni di stelle, e se anche solo alcune di esse hanno dei pianeti, allora è molto probabile che esistano altri pianeti come la Terra. E se esistono altri pianeti come la Terra, allora potrebbero esserci altre forme di vita”. E Sherlock Holmes: “Watson, sei un idiota. Vuol dire che qualcuno ci ha rubato la tenda”. Quel cambiamento è già arrivato … e tutto il sistema economico istituzionale è chiamato a governarlo perché non ci sia la fine della storia.

Pubblicato in: Economia e ImpreseTag: Marchionne, Stellantis, Tavares

Paolo Rebaudengo Per molti anni responsabile delle relazioni industriali della Fiat, ruolo nel quale ha gestito il passaggio al nuovo contratto aziendale e l'uscita da Confindustria

Commenti   

#3 walter 2024-12-03 16:18
L'editoriale del direttore
Gli effetti dell'odio contro le auto
Studiare la Generazione Z è più importante del caso Tavares. Quanto pesa nella crisi dell’Automotive la trasformazione dell’auto e degli automobilisti in simboli tossici della modernità. Numeri, storie e boomerang culturali…ilfoglio Claudio Cerasa
#2 walter 2024-12-03 11:16
SCENARIO AUTO/ Quanto ci costa il tardivo “dietrofront” del PPE sullo stop al motore endotermico nel 2035
Il Ppe chiede di rivedere lo stop ai motori endotermici dal 2035, ma l'Europa nel frattempo ha messo fuorigioco la sua stessa industria auto
Paolo Annoni Pubblicato 3 Dicembre 2024ilsussidirio.net
Il Partito popolare europeo starebbe lavorando a un “position paper” in cui si chiede di annullare il divieto del 2035 sui motori a combustione interna per riflettere la neutralità tecnologica, ovvero consentire un mix di tecnologie. L’unico vincolo sarebbe la neutralità climatica entro il 2050. Una retromarcia positiva, quella del PPE anche se arrivata con troppo ritardo: i danni nell’industria europea, purtroppo, sono già ben visibili e li pagheremo tutti molto cari.
Gli obiettivi climatici che passano per il dogma dell’elettrico puro si scontrano con una realtà impossibile da ignorare L’industria auto europea, la principale tra quelle industriali, è in crisi profonda. L’Europa non ha alcun vantaggio competitivo sulla produzione di auto elettriche e buona parte del continente oggi è alle prese con problemi di scarsità e di costo dell’elettricità. I consumatori europei sono in grande difficoltà nell’acquisto di queste auto. Non è solo una questione di costi, sensibilmente più alti di quelli delle auto tradizionali, ma anche di obsolescenza; comprare un’auto elettrica significa esporsi a una svalutazione dell’usato rapida. Le innovazioni sulle batterie, sulle loro performance o sulla loro durata, per esempio, rendono “obsoleti” anche modelli relativamente giovani. In una fase di ristrettezze economiche i costi e l’obsolescenza diventano obiezioni insuperabili.
#1 walter 2024-12-03 11:01
Ecco, dove erano Landini e UIL quando Tavares investiva all'estero? Perchè non allora sciopero di settore come oggi i sindacati tedeschi ? Cambiare politica sindacale ricordandosi che in USa nuovi dirigenti vbenuti da fuori del sindacato, hanno condotto una dura battaglia contro le case automobilistiche ottenendo importanti risultati. Korvo

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