Il dibattito su "Israele, la strategia per vincere"
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L’Ora del Riformista, sos di Minniti all’Europa: “Lasciare il nuovo ordine mondiale a Cina e Russia è peggio di un crimine: è un errore”
Luca Sablone 24 Ottobre 2024 alle 14:32ilriformista.it lettura3’
L’Ora del Riformista, sos di Minniti all’Europa: “Lasciare il nuovo ordine mondiale a Cina e Russia è peggio di un crimine: è un errore”
“Il 7 ottobre è stato un crimine contro l’umanità, contro la storia del popolo ebraico. Non ci possono essere equivoci sul fatto che la risposta di Israele fosse legittima e doverosa. Le divisioni interne hanno rafforzato i nemici di Israele, ritenuto più debole. Ora si è ricostruito un elemento decisivo: il rapporto di fiducia tra il popolo israeliano, le forze armate e l’Intelligence, che dopo il Sabato Nero era stato messo in discussione”. È quanto dichiara Marco Minniti, presidente della Fondazione Med’Or, in occasione de L’ora del Riformista, l’appuntamento settimanale che ha preso il via oggi, giovedì 24 ottobre, avviando una discussione dal titolo esplicito: “Israele, la strategia per vincere”.
Oltre all’ex ministro dell’Interno hanno partecipato al panel, moderato da Aldo Torchiaro, il direttore Claudio Velardi; l’attivista digitale Angelica Albi, autentica sentinella della Rete e animatrice dei profili social dell’Associazione Setteottobre; Ilaria Borletti Buitoni (manager, a lungo presidente del FAI, ex deputata, tra i fondatori dell’associazione Setteottobre), Goffredo Buccini (giornalista del Corriere della Sera) e Iuri Maria Prado (avvocato e attivista per Israele, firma di punta del nostro quotidiano sul quale cura la rubrica 6 Punte).
Nel corso del suo intervento, Minniti ha invitato a guardare al Libano per arrivare alla risoluzione del conflitto: “Lì è più facile far ritirare Hezbollah e c’è un potenziale interlocutore: il governo libanese. La comunità internazionale deve sfidarlo a prendere le distanze da Hezbollah e ad assumersi la responsabilità di controllare la Linea Blu con Unifil con nuove regole di ingaggio, anche per far tornare a casa i profughi. Sarebbe un successo straordinario per Israele”.
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Infine ha tracciato la rotta per una prospettiva di pace in Medio Oriente e in Ucraina, invitando l’occidente a dialogare con i Paesi entrati nei Brics: “Abbiamo bisogno di un nuovo Ordine mondiale. Da solo l’Occidente non può costruirlo, senza il Global South non si può realizzare: è interesse dell’Europa, straordinariamente protagonista nel suo silenzio, parlare con una parte importante del Global South. Se noi lasciamo che sia diretto da Cina e Russia, è peggio di un crimine: è un errore”.
Nel suo intervento, Ilaria Borletti Buitoni, ha rimarcato come “il grande male che sta danneggiando Israele è la semplificazione nella lettura di una situazione complicatissima. L’obiettivo finale non può che essere quello di un percorso di pace, di conciliazione o comunque politico per quello che riguarda Gaza, perché effettivamente quello a cui noi assistiamo dal punto di vista umanitario non può reggere a lungo. Per quello che riguarda il Libano il discorso è più complesso, perché c’è anche la complicità dimostrata dell’Unifil nel lasciare Hezbollah espandersi come ha potuto fare. Il coinvolgimento centrale dei maggiori paesi arabi, che sono parte di questo scenario geopolitico, lo ritengo l’unico elemento da cui partire per poter veramente arrivare domani a un percorso diverso da quello a cui stiamo assistendo in questi giorni”, ha aggiunto l’ex deputata del Partito democratico.
“Alcuni nostri simili – ha scritto Claudio Velardi – hanno progettato e quasi attuato lo sterminio finale di una civiltà, di una storia, di un popolo. L’umanità democratica li sconfisse 70 anni fa. Ma senza pagare del tutto il suo sterminato debito nei confronti di Israele e degli ebrei, che ancora oggi lottano per avere una terra e si battono senza tregua per difenderla. Il resto sono argomenti per anime belle, conversazioni da bar, ambiguità e ipocrisie di un’umanità afflitta da un insopportabile relativismo morale, il peggiore dei mali del nostro tempo”.
Luca Sablone