PERCHÉ GIORGIA MELONI VA IN LIBANO: COSÌ PUÒ “MASCHERARE” IL MANCATO INVITO DI BIDEN A BERLINO

– DOMANI CI SARÀ LA NUOVA RIUNIONE DEL VERTICE QUINT, MA SENZA L’ITALIA: BIDEN INCONTRERÀ MACRON, SCHOLZ

17.10.2024 dagospia.com lettura 2’

E LA MELONI, NONOSTANTE SIA LA PRESIDENZA DI TURNO DEL G7, È STATA ESCLUSA. TE CREDO: IL CONTRIBUTO ITALIANO ALLE DONAZIONI DI ARMI A KIEV È PRATICAMENTE ININFLUENTE. E LA SORA GIORGIA FLIRTA CON MUSK E IL PUTINIANO TRUMP…

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Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per "la Stampa"

Per due volte in meno di una settimana Giorgia Meloni è stata esclusa dal vertice ristretto dei principali leader occidentali. La prima, solo virtualmente: perché la riunione, prevista venerdì scorso a Berlino, come preparatoria del summit di Ramstein sull'Ucraina, non si è mai tenuta, rinviata su richiesta di Joe Biden, costretto a restare negli Stati Uniti per affrontare le devastanti conseguenze dell'uragano Milton sulla Florida.

Domani, sempre nella capitale tedesca, il presidente americano vedrà il primo ministro inglese Keir Starmer, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron. Meloni non ci sarà, nonostante sia la presidente di turno del G7, e in altri casi il formato del vertice tra gli Usa e i più grandi Stati europei – il cosiddetto Quint – era stato allargato anche all'Italia.

Meloni, da Bruxelles, prova a minimizzare, puntando su un appuntamento personale, una missione organizzata negli ultimi giorni: «Non potrei partecipare all'incontro perché nello stesso giorno sono in Libano e in Giordania. E penso che in questa fase sia ancora più utile parlare con gli attori della regione. Questo viaggio è la mia priorità».

[…] Di certo il viaggio è una coincidenza perfetta, che, almeno in parte, copre un'assenza che in qualche modo va spiegata. Stando a fonti diplomatiche, il motivo va ricercato nella progressiva marginalizzazione dell'Italia sul fronte delle commesse militari.

Ieri Biden ha annunciato un altro pacchetto di aiuti per l'Ucraina, di 425 milioni di dollari, e la spedizione di armi a lungo raggio, in grado potenzialmente di colpire obiettivi in Russia.

Il contributo del governo italiano, invece, nei mesi è diminuito, l'entusiasmo si è raffreddato, sempre più condizionato dalla disaffezione dell'opinione pubblica verso le resistenza ucraina. La destra che guida il Paese è spaccata, ma nessuno dei tre partiti, né FdI, né Lega, né Forza Italia, è favorevole a far cadere il divieto di utilizzo sul territorio russo delle armi fornite a Kiev.

Colpisce un altro aspetto: per due anni Meloni e Biden hanno avuto un'intesa senza sbavature, affettuosa in pubblico, solida in privato, nonostante i legami politici della premier con Donald Trump. E questo di domani potrebbe essere l'ultimo importante vertice di Biden prima del voto americano e dello tsunami che si abbatterà sul mondo e sull'Europa, se il tycoon repubblicano riconquisterà la Casa Bianca. […]

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