LO SCONTRO TAJANI-SALVINI– LE GOCCE CHE HANNO FATTO TRABOCCARE IL VASO SONO STATI I CORI E GLI STRISCIONI CONTRO IL MINISTRO DEGLI ESTERI

IL FORZISTA NON INCASSA E RISPONDE PER LE RIME A SALVINI, CHIEDENDO UNA PUBBLICA AMMENDA

7.10.2024 dagospia.com lettura3’

DEFINITO “SCAFISTA” E MANDATO ALLEGRAMENTE A FANCULO DAI GIOVANI DELLA LEGA, A PONTIDA – IL FORZISTA NON INCASSA E RISPONDE PER LE RIME A SALVINI, CHIEDENDO UNA PUBBLICA AMMENDA – MA LA CITTADINANZA È SOLO L’ULTIMO DEI TEMI DI SCAZZO TRA I DUE: DALLA SCUOLA ALL’UCRAINA FINO AL VOTO IN AUSTRIA E LA MANOVRA (SALVINI CHIEDE DI FAR PAGARE I BANCHIERI, TAJANI SOSTIENE CHE LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI SIA ROBA DA URSS)

dagospia

Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

[…] Antonio Tajani questa volta c’è rimasto male. Lo scontro sulle idee ci sta, e va da sé che può essere pure duro, impietoso, senza sconti. Ma, come si usa dire, si è passato il segno. Fargli gli striscioni chiamandolo «scafista», sommergerlo di cori che fanno impallidire il vaffa di grillina memoria, coprirlo di insulti.

C’è rimasto male e glielo ha pure scritto a Matteo Salvini: ma ti rendi conto di quale livello avete raggiunto? Di quale immagine diamo della maggioranza e del governo? E ieri si è preso cura di fare tutt’altro che dare segni di cedimento. Avanti con lo ius Italiae, la proposta di legge firmata Forza Italia che offre la cittadinanza a quegli immigrati che abbiano completato dieci anni di studi […].

[…] Con la Lega è sfida aperta. Salvini si barrica dietro il «non è una priorità» […] e a Pontida la cenere in capo per le offese sembra più di maniera che di sostanza. E lo ius Italiae non è nemmeno l’unico punto della contesa. Si va dalla scuola, dove sempre Vannacci pensa a percorsi separati per i diversamente abili.

Certo, Salvini si affretta a dire che è stato male interpretato, ma Tajani inorridisce. L’autonomia differenziata l’hanno votata tutti, e Forza Italia non la rinnega. Ma mentre i governatori leghisti hanno una gran fretta di cominciare, Tajani sostiene che prima bisogna finanziare i Lep, quei Livelli essenziali di prestazione che servono a garantire che non ci siano cittadini di serie A nelle regioni più ricche e italiani di serie B nelle altre.

Non basta. Se Salvini a Pontida dice: «La manovra finanziaria la paghino i banchieri», Tajani sostiene invece che tassare così gli extraprofitti è roba da Unione sovietica. E non sono solo le questioni di casa nostra a dividere, una parte robusta dello scontro, se non addirittura la più robusta, riguarda la politica estera, che Tajani guida e che Salvini contesta.

«Io che faccio un dispetto all’Italia? Ma io sono un patriota, sono figlio di un militare e il servizio militare l’ho fatto, inquadrato in un reparto Nato, non da raccomandato a casa». Solo qualche maligno potrebbe andare a cercare in questa rivendicazione di Tajani una stilettata all’amico e alleato Salvini, che la divisa della fanteria l’ha indossata nella caserma Montello della natìa Milano. Ma è certo che i due vicepremier se le sono dette e se le sono date di santa ragione, ormai con un ritmo quasi quotidiano, ben prima dell’ultima scivolata, con Salvini costretto a chiedere «scusa per quei quattro scemi» di Pontida, e chissà quanto gli è costato.

Sulla Francia, la zampata era partita da Salvini: «Chi preferisce Emmanuel Macron a Marine Le Pen, chi preferisce quell’uomo pericoloso e instabile, che dovrebbe farsi curare, o per lo meno mettersi l’elmetto e non rompere le palle, fa un dispetto all’Italia».

Contro zampata di Tajani: «Lo capisco, fa campagna elettorale, ma io faccio il ministro degli Esteri, e non uso parole volgari verso un capo di Stato, io che canto l’Inno e mai ho sognato la secessione». Ma poi c’è pure l’Austria, con il successo dell’ultradestra di Fpö. Matteo esulta: «Bellissimo risultato per i nostri alleati». Antonio si preoccupa: «Bisogna respingere i rigurgiti neonazisti». Salvini insorge: «Qualcuno ha dormito male o ha mangiato pesante».

Piccola vendetta verso chi gli rimproverava i troppi mojito dei tempi del Papeete. Tajani dribbla: «Sono a dieta, digerisco sempre bene».

Tocca alla Russia, all’indomani del voto a valanga per Putin: «Quando un popolo si esprime ha sempre ragione». E questo è Salvini. «La politica estera la faccio io, sono state elezioni caratterizzate da pressioni forti e anche violente». E questo è Tajani. […]

L’elenco sarebbe sterminato, soprattutto sull’invasione dell’Ucraina, fino a un comunicato congiunto della maggioranza che nella versione rilanciata dalla Lega sfuma sugli aiuti a Kiev. Basta così, per ora. Intanto, dalle parti di Forza Italia, si fanno girare foto che mostrano il pratone di Pontida mezzo vuoto.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata