Binario morto. Ogni anno in Italia ci sono diecimila interruzioni sulle linee dei treni

Oltre il blocco del 2 ottobre, causato forse da un chiodo piantato male su un cavo, c’è la realtà di una rete sovraffollata che non funziona.

3.10.2024 linkiesta.it lettura2’

Secondo l’Autorità di regolazione dei trasporti, si contano ventisette stop al giorno, la cui durata va via via allungandosi

Alle 6.30 di ieri mattina 2 ottobre un guasto ha mandato in tilt una centralina tra le stazioni di Termini e Tiburtina a Roma, oscurando gli schermi che permettono di monitorare il traffico ferroviario. Centosessanta treni dell’Alta Velocità sono stati coinvolti e circa ottanta soppressi. Tutti gli altri, sono partiti con una media di tre ore di ritardo.

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha spiegato che il problema sarebbe nato dall’«errore di una ditta privata» che «ha piantato un chiodo su un cavo», annunciando di aver chiesto «nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di chi non ha fatto il proprio lavoro». Ma come i viaggiatori sanno, la sfortuna di un chiodo piantato male non c’entra niente con i malfunzionamenti ormai costanti lungo le linee ferroviarie italiane.

Continui disagi della rete che, in alcuni casi, sono effetto diretto delle azioni di Ferrovie dello Stato, come denuncia l’Autorità di regolazione dei trasporti, Art, che sorveglia il settore della mobilità in Italia. Nella sua ultima Relazione al Parlamento del 18 settembre 2024 – spiega Repubblica – l’Autorità ha fornito un primo dato eloquente: «Ogni anno si contano circa 10.000 interruzioni di linea» che colpiscono i viaggi delle persone e anche delle merci, molto importanti per l’economia del Paese. Diecimila in un anno vuol dire che, ogni giorno, ci sono oltre ventisette interruzioni di linea in Italia.

E la situazione si sta aggravando. L’Autorità precisa che la durata di queste interruzioni si allunga, in termini di ore: «Nel primo semestre 2022» si sono prolungate per 17.913 ore; nel primo semestre 2023 per 19.978 ore; e «nel primo semestre 2024 per ben 22.904 ore».

Sotto accusa finisce inevitabilmente la manutenzione che Ferrovie fa dei binari e degli impianti per prevenire le avarie e dei meccanismi di pronto intervento, per risolverle. E l’Autorità chiede ora «un significativo cambio di rotta gestionale e industriale» per evitare «il collasso di singole modalità» e garantire «competitività e vivibilità al Paese».

Nel 2023 l’Autorità ha già comminato una multa da 350.000 euro a Rfi, la società di Ferrovie che gestisce la rete di binari, per aver superato i limiti di noleggio della rete ad altre aziende di trasporto diverse da Trenitalia e Mercitalia. Ma malgrado la sanzione, Rfi insiste nella condotta che l’Autorità considera irregolare e ha presentato una lista di impegni per risolvere il problema. Ma l’Autorità ha respinto la proposta di mediazione e ha avviato un nuovo procedimento, tutt’ora in corso, che può portare a un «ordine» di interruzione della violazione.

Resta poi il problema del sovraffollamento della rete ad alta velocità del Paese. Ogni giorno, secondo i dati forniti da Andrea Giuricin, docente dell’Università Bicocca di Milano, ci sono 164 treni che corrono veloci tra Milano e Roma. Sono molti di più di quelli che troviamo in Spagna lungo la Madrid-Barcellona (90); in Francia tra Parigi e Lione (60); in Germania da Berlino e Monaco (38).

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