1-ALTERNATIVA PER FINTA Un altro Veneto è possibile. Ma non per la sinistra che al dopo Zaia non pensa affatto

2-IL CASO Il centrodestra ci ricasca: ora a Bari vuole candidare un magistrato

14.3.2024 Gottardi, Luca Roberto, ilfoglio.it lettura3’

ALTERNATIVA PER FINTA Un altro Veneto è possibile. Ma non per la sinistra che al dopo Zaia non pensa affatto

Dalla Lega a FdI, le forze di maggioranza sono già in trincea per contendersi l’eredità del governatore uscente

FRANCESCO GOTTARDI 14 MAR 2024 ilfoglio.it

 Dalla Lega a FdI, le forze di maggioranza sono già in trincea per contendersi l’eredità del governatore uscente. Nessuno fa i conti con quello che dovrebbe essere l’avversario naturale. E vedendo quel che succede tra Pd e dintorni si fa presto a capire perché

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Sciolto il nodo Basilicata, il Pd ha già un altro problema: il Piemonte

C’è l’eccitazione tipica della fine di un’èra. O quantomeno l’illusione di. Meloniani in ascesa, Carroccio al contrattacco, Forza Italia che aspetta al varco. Tutti pronti a scannarsi per lo scranno di Zaia, il doge in scadenza nel 2025. “È un momento di particolare fermento”, ci dice un amministratore leghista di lungo corso. “Il Veneto è sempre stato un grande laboratorio politico: si aprono scenari fino all’altro ieri inimmaginabili”. Uno soltanto resta fuori dal conto. Lontano da ogni fantasia, metaverso o iperuranio regionale: un centrosinistra competitivo. Più facile che Cortina abbia la sua pista da bob. O i veneti l’autonomia. Neanche i dem ci credono sul serio. Eppure mai congiuntura fu più propizia: la voragine al posto del presidente, i conservatori distratti dagli sgambetti interni, l’exploit nei capoluoghi al voto. Allora forza, compagni! L’opposizione è alla portata. Ma non qui, non oggi..

-IL CASO Il centrodestra ci ricasca: ora a Bari vuole candidare un magistrato

LUCA ROBERTO 14 MAR 2024

Nelle prossime ore l'annuncio: praticamente fatta l'investitura per Stefano Dambruoso. E intanto la coalizione usa un'indagine per fare campagna elettorale

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Il centrodestra si professa garantista ma a Bari usa un'indagine per fini elettorali

Equindi il centrodestra, alla fine, ci riprova con un magistrato. E' quasi certo che il candidato del centrodestra alle elezioni comunali di Bari sarà Stefano Dambruoso. Nel vertice che si è tenuto ieri a Roma i partiti della coalizione, rappresentati da Giovanni Donzelli, Maurizio Gasparri, Rossano Sasso e Lorenzo Cesa, hanno manifestato al pubblico ministero, in servizio presso la procura antimafia di Bologna, la volontà di candidarlo per l'appuntamento del giugno prossimo. Dambruoso, che è barese, ha 62 anni e un passato come deputato tra le file di Scelta civica di Mario Monti, avrebbe sciolto le riserve e si sarebbe detto disponibile: l'ufficialità dovrebbe arrivare tra stasera e non più tardi del weekend.

Una dinamica che ricorda molto quanto era avvenuto a Napoli, nel 2021, quando il centrodestra, che storicamente è sempre stato ostile alla discesa in campo dei magistrati, candidò il giudice Catello Maresca. Una scelta che fece storcere il naso a molti. E che, come aveva raccontato al Foglio lo storico esponente di Forza Italia Gaetano Pecorella, segnala una "crisi di leadership della coalizione. Si prova ad assecondare la voce populista del ‘dagli al politico". In più, a Bari la scelta di convergere su un candidato proveniente dalla magistratura si somma a un'altra distonia per una coalizione che si è sempre professata garantista. Ma che, come abbiamo raccontato sul Foglio nelle scorse settimane, non ha avuto paura di usare un'indagine che coinvolge una consigliera comunale di maggioranza come clava nel mezzo della campagna elettorale.

Certo, il precedente di Maresca, che dopo essere stato sconfitto da Gaetano Manfredi conduce una specie di doppia vita, tra Consiglio comunale di Napoli e il collocamento come toga fuori ruolo che presta servizio presso la segreteria della Commissione parlamentare per le questioni regionali, avrebbe potuto suggerire una scelta diversa. Ma è come se Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega avessero sentito il richiamo irresistibile di una figura popolare. E quindi avessero detto: massì, riproviamoci col magistrato.

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