L'EDITORIALE DEL DIRETTORE 1-La vita di Navalny ha molto da insegnare agli utili idioti del putinismo

Il terrorismo di stato messo in mostra da Vladimir Putin 2- -I morti sul lavoro non si affrontano con la logica dello scalpo Le morti bianche sono tragedie troppo serie..

CLAUDIO CERASA 17 FEB 2024 ilfoglio.it estratto lettura2’

Il terrorismo di stato messo in mostra da Vladimir Putin a seguito dell’invasione dell’Ucraina era perfettamente coerente con tutto ciò che il presidente russo aveva fatto fino al giorno prima dell’invasione

Le date sono importanti: bastava unire i puntini. Michail Lesin, 57 anni, ex ministro, odiato da Putin, trovato morto in una stanza d’albergo a Washington il 5 novembre 2015. Boris Nemcov, 55 anni, ex vice primo ministro sotto il governo Eltsin, critico di Putin, sostenitore dei diritti umani, ucciso con colpi d’arma da fuoco a Mosca il 27 febbraio 2015. Boris Berezovsky, 67 anni, uomo d’affari, oligarca, critico di Putin, trovato morto nella sua casa nel Berkshire in Inghilterra, il 23 marzo 2013. Sergei Magnitsky, 37 anni, avvocato, ucciso il 16 novembre 2009, dopo essere stato imprigionato a seguito di denunce sporte contro il governo russo. Stanislav Markelov, 34 anni, giornalista, avvocato per i diritti umani, ucciso il 19 gennaio 2009 a Mosca, da un uomo armato, insieme con la giornalista Anastasia Baburova, 25 anni. Natalia Estemirova, 50 anni, giornalista e attivista per i diritti umani, rapita a Grozny, in Cecenia e trovata morta il 15 luglio 2009 dopo aver documentato violazioni dei diritti umani in Cecenia. Anna Politkovskaja, 48 anni, giornalista investigativa, uccisa a colpi di arma da fuoco a Mosca, dopo aver raccontato gli abusi sui diritti umani perpetrati dal governo russo. Yuri Shchekochikhin, 53 anni, giornalista, scrittore, membro della Duma russa, morto il 3 luglio del 2003 dopo aver indagato sulla corruzione del governo russo. Alexei Navalny, 47 anni, guida dei movimenti di opposizione al Cremlino, morto il 16 febbraio.

-I morti sul lavoro non si affrontano con la logica dello scalpo Le morti bianche sono tragedie troppo serie per essere lasciate alla propaganda, anche a quella dei sindacati. Teoremi basati su sospetti, spesso su pregiudizi, non sui fatti

STEFANO CINGOLANI 17 FEB 2024 ilfoglio.it lettura2’    

Le morti bianche sono tragedie troppo serie per essere lasciate alla propaganda, anche a quella dei sindacati. Teoremi basati su sospetti, spesso su pregiudizi, non sui fatti

Gli incidenti sul lavoro sono eventi terribili, tragedie troppo serie per essere lasciate alla propaganda, anche a quella dei sindacati. Non passa un’ora dal crollo del cantiere a Firenze che ha provocato tre morti e due feriti, e il segretario della Fiom Daniele Calosi ha già trovato i responsabili: le aziende perché non rispettano le regole. Non è entrato nel cantiere, non aveva il nulla osta di sicurezza e dice che c’erano tre metalmeccanici i quali stavano gettando il cemento. Metalmeccanici, non edili. E’ una questione di categorie?

Maurizio Landini rilancia: è colpa del governo; mille morti sul lavoro nel 2023 per gli appalti al massimo ribasso, “è stato questo governo a modificare il codice degli appalti e a reintrodurre il subappalto a cascata”. Manca un soffio perché le responsabilità risalgano al Pnrr e su su fino a Ursula von der Leyen.

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