Fiorello, il Benigni della destra. Fenomenologia del “sopraconduttore” di Sanremo. Sanremo è lo specchio d'Italia e del suo provincialismo
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Arriva John Travolta l’unica cosa che riescono a fare è il ballo del "qua qua, lui nuovo Charlie Chaplin ?
8.2.2024 Salvatore Merlo, Maurizio Crippa ilfoglio.it lettura 2’
Fiorello, il Benigni della destra. Fenomenologia del “sopraconduttore” di Sanremo.
8.2.2024 Salvatore Merlo ilfoglio,it lettura1’
Tanto quello fa il papa straniero della sinistra quanto Fiore fa l’antipapa intimo della destra. Un gran giullare cui tutto è concesso: sfotte i ministri e la Rai
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Sanremo, dal nostro inviato. Fa un po’ il Benigni della destra, e forse lo pensa anche Giorgia Meloni che probabilmente ride di gusto quando quello prende in giro il governo, la Rai, Fratelli d’Italia e la destra intera, quando sfotte il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (“c’è da dire che è preparatissimo: mia figlia va a lezione di greco da lui”) o quando le telefona dopo i fuorionda di Giambruno: “Lo sai che oggi si divorzia in 24 ore?”. A Fiorello, anzi a “Ciuri” come lo chiama Amadeus, è concesso tutto come ai grandi giullari, quelli che un tempo godevano di diritti speciali di fronte al sovrano perché erano la coscienza ludica del potere, gli unici che potevano dirgli – sotto forma di scherzo – la verità.
- CONTRO MASTRO CILIEGIA Sanremo è lo specchio d'Italia e del suo provincialismo
MAURIZIO CRIPPA 08 FEB 2024
Arriva John Travolta e l'unica cosa che riescono a fare è il ballo del "qua qua" con un attore che da noi pensiamo sia il nuovo Charlie Chaplin. Ma gli autori non li hanno? Non li pagano?
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Èil provincialismo, bellezza. La bella newsletter del Mulino "Strada Maggiore 37" ci ricordava ieri un libro del grande Edmondo Berselli, Storia dell’Italia leggera, in cui con profondità e ironia rifletteva sul rapporto biunivoco tra l’Italia e le sue canzonette festivaliere. È il pop, bellezza. Così diverso però dal provincialismo, che invece è una schifezza. Arriva John Travolta, un pezzo di storia del cinema mondiale. Non è questione se sia “polemica sul nulla”, se “sapeva tutto della gag”, né tantomeno che “siamo una colonia americana” come ha detto la brava comica, ma forse era una battuta.
Arriva John Travolta e non sanno né che fargli dire né che fargli fare. Gli fanno fare il ballo del Quaqua. Ma gli autori non li hanno? Non li pagano? Non è questione di niente, è soltanto provincialismo. Sanremo è lo specchio dell’Italia perché è lo specchio del suo provincialismo irredimibile. C’è un video in rete, è il set della scena del ballo di Uma Thurman e Travolta in Pulp Fiction, c’è Tarantino che balla anche lui, dietro la cinepresa. Tre enormi talenti, uno spettacolo. Arriva John Travolta, e l’unica cosa che gli viene in mente è farlo ballare con uno che da noi pensiamo sia il nuovo Charlie Chaplin.