ANTISEMITISMO POST 7 OTTOBRE L'osceno silenzio sullo studente ebreo messo alla sbarra a scuola. Fosse stata un'altra minoranza?

Uno studente di religione ebraica, però definito “italo-israeliano”, è stato chiamato dal professore a spiegare le ragioni di Israele davanti alla classe

MAURIZIO CRIPPA 02 NOV 2023 ilfoglio.it lettura1’

Più che un dialogo – e non serve uno psicologo a capirlo – una chiamata alla sbarra

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Sei giorni dopo il 7 ottobre, mentre già nel mondo stava montando (ma non dite “paradossalmente”) un’onda di antisemitismo in parole e opere come non si vedeva da decenni, in una scuola di Roma, il liceo scientifico Righi, è accaduto un episodio grave e foriero di inquietudini che i mezzi d’informazione hanno però liquidato come cronaca minore e che non ha allarmato la pubblica opinione così detta. In una classe quarta, il docente di Storia e Filosofia ha distribuito, e fatto lavorare gli studenti, su materiali relativi al conflitto israelo-palestinese, documenti di Amnesty International sulla apartheid nei Territori e persino, pare, un discorso di Craxi pro Palestina. Documentazione un tantino a senso unico. Uno studente di religione ebraica, però definito “italo-israeliano”, ha tentato di controbattere. Al che, “per garantire il pluralismo”, il prof gli ha dato la possibilità di intervenire davanti ai compagni e spiegare il suo punto di vista. Più che un dialogo, non serve uno psicologo a capirlo, una chiamata alla sbarra, o l’individuazione di una alterità. Con il prevedibile e brutale risultato di isolare il compagno dagli altri compagni. E non è questione di come la pensassero lui e gli altri sull’argomento

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