L’allarme del Nobel Parisi: «Il mondo ha perso la fiducia nella scienza. Il ruolo dei social
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Colpa di TikTok o di una crisi globale più ampia?» «La scienza? Fa previsioni oneste»
27.9. 2023 - 09:28 di Redazione open.online lettura3’
L’analisi dello scienziato, vittima più volte di attacchi sui social, sulla società attuale
La fiducia nella scienza continua a svanire sempre di più. A denunciarlo è il premio Nobel Giorgio Parisi che, in un intervento firmato prima per il Guardian e poi per La Stampa, oggi racconta di alcuni episodi in cui è stato vittima di attacchi da parte di persone con totale sfiducia verso la categoria degli scienziati. Lo scorso anno, nel periodo in cui stava calando il numero degli italiani che si facevano la quarta dose di vaccino contro il Covid, il ministro della Sanità gli chiese di comparire in uno spot di 50 secondi per spiegare perché era consigliato per le persone fragili di sottoporsi alla dose in questione. Appena andò in onda lo spot, Parisi rivela di aver ricevuto un’ondata pesante di attacchi su Twitter e Facebook che lo tacciavano di essere un venduto delle Big Pharma. Un episodio simile gli accadde anche nel 2020, in piena pandemia.
Il dissolversi della fiducia nella scienza
«All’epoca ero presidente dell’Accademia dei Lincei, l’istituzione scientifica più importante in Italia, quando era in arrivo la seconda ondata di Covid. In un lungo articolo avevo spiegato che o si prendevano subito drastici provvedimenti oppure entro la metà di novembre avremmo dovuto aspettarci 500 morti al giorno (e purtroppo quella previsione si rivelò accurata)», scrive Parisi. Immediate le critiche: «Ho ricevuto molte mail che, con parole molto dure, mi dicevano che non avrei dovuto ficcare il naso nelle faccende altrui». Per questo il premio Nobel oggi ci tiene ad affermare con con chiarezza la sua analisi: «Questi episodi mi hanno fatto toccare con mano e in prima persona un fenomeno a me sempre più familiare: il dissolversi della fiducia nella scienza».
Il ruolo dei social
Un aspetto «paradossale» secondo Parisi. Perché «la nostra società dipende sempre più dalle tecnologie avanzate, sviluppate a partire dalle scoperte scientifiche, ma la gente è sempre più diffidente nei confronti degli scienziati». I motivi, a suo avviso, sono da ricercare su più aspetti che stanno caratterizzando i cambiamenti attuali della nostra società. «Spesso penso all’importanza sempre più circoscritta che ha acquisito la parola stampata nel corso degli ultimi decenni, a vantaggio delle forme di comunicazione visiva e iper-coincisa dei media, dalla televisione a TikTok. I dibattiti televisivi richiedono tempi di reazione molto stretti, laddove gli scienziati erano soliti studiare in modo approfondito le varie questioni e parlarne soltanto dopo aver riflettuto a lungo».
Pessimismo e crisi globale
Ma le origini secondo lo scienziato sono ancora più profonde. «Stiamo entrando in un periodo di pessimismo riguardo al futuro radicato in crisi di varia natura: quella economica, quella correlata al clima, quella dell’esaurimento delle risorse. Molti Paesi stanno vivendo disuguaglianze sempre più gravi, insicurezza del posto di lavoro, disoccupazione e guerre. Laddove un tempo si riteneva che il futuro sarebbe stato inevitabilmente migliore del presente, la fede nel progresso – il magnifico e graduale patrimonio degli esseri umani – si è corrosa», prosegue Parisi. «Se un tempo alla scienza si riconosceva il merito del progresso, oggi la si biasima per il declino, non importa se reale o solo percepito. La scienza talvolta viene ritenuta una cattiva maestra che ci spinge nella direzione sbagliata, e modificare questa percezione non è facile. In parole povere, si crede che gli scienziati facciano parte dell’élite e, pertanto, non siano meritevoli di fiducia».
«La scienza? Fa previsioni oneste»
Per l’esperto le cose vanno rimesse al proprio posto e per questo, in tutto questo pessimismo, ci tiene a ricordare una realtà fondamentale: «La scienza fa previsioni oneste che diventano affidabili dopo che, poco alla volta, si forma un consenso scientifico. L’iter che fa la differenza è proprio il formarsi del consenso, che coinvolge l’intera comunità scientifica e non è manipolabile». Se viene meno questo concetto, gli effetti potrebbero essere disastrosi: «Se i cittadini non si fidano della scienza, non saremo in grado di contrastare il riscaldamento globale, le malattie infettive, la povertà, la fame e il depauperamento delle risorse naturali».