PRO E CONTRO. Napolitano striglia il Parlamento nel discorso di insediamento bis del 2013: «Io qui dopo una serie di guasti, omissioni e irresponsabilità»
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: IL “GOLPETTO” PER FAR CADERE BERLUSCONI. Nel Pci non diede mai battaglia aperta. l'avviso di garanzia, non l'arresto.
-L’OMBRA SU NAPOLITANO: IL “GOLPETTO” PER FAR CADERE BERLUSCONI NEL 2011 E SOSTITUIRLO CON MARIO MONTI – IL LIBRO DI ALAN FRIEDMAN DAL TITOLO “AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO” HA RILANCIA LA TESI DEL COMPLOTTO, SOSTENENDO CHE NAPOLITANO AVEVA GIÀ INCONTRATO IN GIUGNO MONTI, CON LO SCOPO DI PREPARARE IL TERRENO PER SOSTITUIRE IL CAV, RACCOGLIENDO ANCHE LE CONFIDENZE DI CARLO DE BENEDETTI E ROMANO PRODI – L’EX PRESIDENTE SMENTI’: “NESSUNA DIFFICOLTÀ, CERTO, A RICORDARE DI AVER RICEVUTO NEL MIO STUDIO IL PROFESSOR MONTI PIÙ VOLTE NEL CORSO DEL 2011 E NON SOLO IN ESTATE, MA L’INTERPRETAZIONE CHE SI PRETENDE DI DARNE E’ SOLTANTO FUMO…” dagospia
-Mieli a Otto e mezzo: "Napolitano? Io suo grande amico, ma dobbiamo dirlo"
"Al Capo dello Stato non spetta giudicare, al Capo dello Stato se non c'è più una maggioranza tocca chiamare le elezioni". Paolo Mieli, in studio da Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, non risparmia critiche a Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica scomparso venerdì sera a 98 anni.
"Credo di essere stato un suo buon amico per tutta la vita- premette l'ex direttore del Corriere della Sera - ma faccio un riassunto delle critiche che gli sono state poste. Nel Pci non diede mai battaglia aperta, di quelle frontali come aveva fatto Pietro Ingrao per lui non era mai il momento giusto. Secondo: le critiche all'Unione sovietica vennero sempre dopo, 20 o 30 anni. Non parliamo solo dell'invasione dell'Ungheria, ma anche gli euromissili o il serpente monetario europeo, non era mai il momento di dare battaglia".
"Quando fu presidente della Camera fece passare la legge per cui si votava a scrutinio palese l'avviso di garanzia, non l'arresto. Beh, quello cambiò la storia d'Italia". Da presidente della Repubblica, nota poi Mieli, "salvò Berlusconi. Nel senso che se nel 2010 avesse mandato le camere al voto... In quell'occasione gli rimproverarono tutti di aver preso il tempo necessario a Berlusconi di convincere alcuni parlamentari a passare dalla sua parte". Il riferimento è al tentativo di spallata di Gianfranco Fini (e Italo Bocchino, presente in collegamento a Otto e mezzo) con la sfiducia al governo respinta grazie all'apporto dei voti decisivi dei famosi "responsabili"."Ultimo - conclude Mieli - non capì che il Paese stava cambiando e che c'era il populismo, il qualunquismo. C'era una sua famosa frase: ma quale boom dei 5 Stelle, io conosco solo il boom economico. Non capì quella fase, pensò che tutto si sarebbe messo a posto e mise su il governo presieduto da Mario Monti". Il resto è storia22 SETTEMBRE 2023 - 21:27 open di Gianluca Brambilla
-Occhetto riconosce che Napolitano fu “un politico di prim’ordine della Prima e della Seconda Repubblica” ma gli rimprovera la scelta del Governo tecnico di Mario Monti, “da cui è nata la crisi della sinistra. Se si fosse votato subito dopo le dimissioni di Berlusconi, ci sarebbe stato un successo della sinistra”. E’ proprio questo il punto: ma come si poteva mai pensare di andare alle elezioni anticipate nel pieno di un crisi finanziaria che rischiava di portare l’Italia alla bancarotta? La scelta di Napolitano con il Governo Monti fu proprio la prova provata che la bussola dell’allora Capo dello Stato era l’interesse nazionale e il bene del Paese e non gli interessi di parte. Salvare l’Italia era nei pensieri di Napolitano l’unica cosa che contasse e, malgrado le miopi incomprensioni di Occhetto e di tanti come lui, ancora oggi l’Italia deve dire grazie a Napolitano anche per quello che coraggiosamente fece nell’estate del 2011.firstonline.info