L'intervento del giurista, Cassese striglia tutti: “Venti leggi da abolire per ogni norma nuova”

All’evento “Semplificare per far ripartire l’Italia”, l’evento svoltosi a Roma a cura del Ministero per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa.

Aldo Torchiaro — 20 Settembre 2023ilriformist.it lettura2’

Cassese striglia tutti: “Venti leggi da abolire per ogni norma nuova”

Sabino Cassese, presidente emerito della Corte costituzionale, già ministro per la funzione pubblica nel governo guidato nel 1993-1994 da Carlo Azeglio Ciampi, è accolto al Tempio di Adriano con un’ovazione. Il pubblico riconosce nel giurista l’autorevolezza che può strigliare, più che soltanto stimolare, la maggioranza.

E Cassese non delude. Parla con la franchezza di sempre. “Scusate, ma come si può pensare di sfrondare la giungla normativa di cui si parla qui, se il saldo delle leggi rimane sempre più in attivo?”, chiede Cassese. “Faccio una modesta proposta: se per ogni nuova legge se ne potessero abrogare venti, allora sì che avremo un contenimento vero. Peraltro, viviamo con una struttura amministrativa che è quella disegnata da Cavour prima dell’unità d’Italia. Dal 1861 a oggi, nonostante tutti i tentativi fatti, per esempio durante il periodo della preparazione della nostra Costituzione, non ci sono state riforme profonde”.

Il professor Cassese, che insegna alla Luiss “School of Government”, è netto: “Scontiamo un retaggio, una impostazione gerarchica che precede il fascismo. Come se in una fabbrica automobilistica si lavorasse con lo schema di Ford”, accenna Cassese con un sorriso. “Continuiamo a parlare di semplificazione e qua e là sono stati fatti accorpamenti e abrograzioni di leggi, anche numericamente importanti. Ma contemporaneamente è andata aumentando l’attività legislativa, la produzione normativa non segue alcuna misura”. “La sfiducia creata verso la burocrazia spinge la politica ad adottare sempre di più leggi autoapplicative, ossia che faccia a meno dell’amministrazione pubblica, ma più leggi di questo tipo e più si blocca l’azione amministrativa”.

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C’è anche il tempo per accennare a un’altra riflessione: “La velocità del cambiamento del nostro Paese si è scontrata con l’incapacità della giurisdizione di tenere dietro a questa velocità”, per cui le leggi sono non soltanto molto numerose e talvolta sovrapposte ma tardive rispetto alla realtà che devono fotografare.

La sfiducia che si è creata verso la burocrazia ha portato il Parlamento a produrre una serie di norme autoapplicative. Cosa vuol dire adottare una legge autoapplicativa? Una legge dettagliata e precisa, che non lascia discrezinalità all’amministrazione. Più leggi autoapplicative si fanno e più si riduce il margine d’azione amministrativa, con l’effetto di addossare alla pubblica amministrazione un carico di responsabilità che non gli spetterebbe.

Cassese sarà audito martedì prossimo, 26 settembre, dalla commissione Affari costituzionali del Senato in qualità di presidente del Comitato per la determinazione dei Lep, nell’ambito del disegno di legge sull’Autonomia.

Aldo Torchiaro

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