"IL MIG RITROVATO SULLA SILA FU ABBATTUTO ASSIEME AL DC-9, LA SERA DELLA STRAGE DI USTICA"

GIULIO LINGUANTI, EX MARESCIALLO DELL’AERONAUTICA MILITARE, FU IL PRIMO A VEDERE L’AEREO LIBICO PRECIPITATO:

7.9.2023 dagospia.com lettura3’

"CI STAVANO PRENDENDO IN GIRO. PENSAI: COME FA UN VELIVOLO A ESSERSI SCHIANTATO IN UN DIRUPO ED ESSERE INTEGRO? E SOPRATTUTTO IL PILOTA NON ERA MORTO DA 24 ORE COME DICEVANO" - "NELLA FUSOLIERA C’ERANO FORI DI PROIETTILE DI CIRCA 3 CENTIMETRI” - IL RACCONTO DEL SUPERTESTIMONE A PURGATORI

07.09.2023 07:56

IL RACCONTO DEL SUPERTESTIMONE A PURGATORI: DUE MIRAGE FRANCESI VIOLANO LO SPAZIO AEREO ITALIANO...

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

“Questa storia per me è stato un tormento: 43 anni di tormento. Quando ho ascoltato, perché i miei occhi non mi fanno più il regalo di poter leggere, le parole di Giuliano Amato a Repubblica, ho pensato: finalmente. Magari quando andrò anche io in cielo, dovessi incontrare anche uno solo di quegli 81 poveretti che stavano sull’aereo, non mi sputeranno in faccia. Per aver visto. E non aver fatto nulla”.

Giulio Linguanti ha 87 anni. Due glaucomi gli hanno quasi completamente tolto la vista. Ma ogni mattina è nella sua campagna, a pochi chilometri da Bari. “Vado in treno: cammino per un’ora. Non serve vedere. Serve volerlo fare”. La determinazione è la cifra della sua vita, della sua storia: Linguanti è un ex maresciallo dell’Aeronautica, di stanza a Bari.

Fu il primo dell’Aeronautica – il 18 luglio del 1980 – ad arrivare sulla Sila, dove da poco si era schiantato un Mig libico, con il suo pilota. Secondo le sentenze italiane fu un incidente. Secondo il presidente Giovanni Spadolini, la chiave per “risolvere il giallo di Ustica”. Ecco, se una chiave esiste, Linguanti quella chiave ce l’ha.

“Ero caposezione all’Aeronautica a Bari. Mi occupavo del parco auto e assicuravo il servizio h24. Un pomeriggio un mio superiore, il colonnello Tramacere, mi chiamò e mi disse: Linguanti, in Calabria è caduto un aereo. Roma vuole sapere. Vai lì e non ti muovere. Caricai in macchina un altro sottufficiale e andammo”.

Vide il Mig?

“Io con il Mig ci sono stato un mese. Era in un dirupo, lungo quasi due chilometri, e si trovava a metà. Era incastrata questa carcassa e sembrava quasi intera, come fosse un camion rivoltato. Quando la vidi per la prima volta pensai: come fa a essersi schiantato in un dirupo ed essere integro? Quando lo raggiungemmo a piedi ebbi la conferma che ci stavano prendendo in giro: quell’aereo non era caduto lì. E soprattutto il pilota non era morto da 24 ore come dicevano”.

Perizie e sentenze dicono il contrario.

“E sbagliano. Io ho visto tutto con i miei occhi. L’aereo sembrava essere stato scaricato da un mezzo pesante. Preso chissà dove e portato lì. Ma soprattutto il cadavere: io ne ho visti tanti nella mia vita. E quello puzzava da stare male, un carabiniere che era lì con noi quasi sveniva per l’odore […] Ebbi poi un ulteriore conferma della mia sensazione”.

Quale?

“Nella fusoliera c’erano fori di proiettile di circa 3 centimetri. Chiari, evidenti. Tornando in macchina verso il paese, lo dissi a un mio superiore che era lì: ‘Ha visto quei fori?’. Lui girò la testa, guardò verso il cielo e disse una cosa del tipo: ‘Chissà da che parte è arrivato questo aereo…’. Capii subito che di quella faccenda dei fori era meglio non parlare. Ma capì anche un’altra cosa, di cui non ho alcun dubbio: Il Mig matematicamente è stato abbattuto assieme al Dc-9 Ita la sera del 27 giugno”.

Le dissero mai: “Non parlare di quello che hai visto?”.

“No. Non potevano, perché appunto avevo visto: nessuno poteva immaginare che un aereo che si schianta contro la roccia resta intatto. […] Un giorno accompagnai anche un ufficiale della Cia più interessato al Mig che ad altro: era di fabbricazione russa, era molto interessante per gli americani sapere come fosse costruito…”.

Di lei il giudice istruttore Rosario Priore ha scritto: “Questo teste appare uno dei rarissimi che riferiscono fatti e notizie, mostrando ottima memoria e completo distacco all’Arma di appartenenza”.

“Priore mi ha salvato la vita. Perché mi ha trovato tardi, dopo nove anni. Se avesse saputo subito che io potevo essere un testimone importante, mi avrebbero fatto fuori. Come è successo a molti altri che sapevano cose su quegli aerei”.

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