«Paghiamo il conto del Superbonus: ci hanno mangiato tutti, se ci penso mi viene il mal di pancia»

- Il superbuco dietro il Superbonus. Cresce l’allarme del governo per l’impatto sui conti pubblici: crediti saliti a 146 miliardi

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La manovra 2024 secondo Giorgetti: «Paghiamo il conto del Superbonus: ci hanno mangiato tutti, se ci penso mi viene il mal di pancia»

Il ministro dell’Economia chiude il Forum Ambrosetti a Cernobbio e difende la tassa sugli extraprofitti: «Misura giusta, tutti finiranno per apprezzarla»

3.9. 2023 - 15:53 di Redazione open.online lettura2’

Il Superbonus 110%? «A pensarci mi viene il mal di pancia». L’imposta sugli extraprofitti delle banche? «Si può migliorare ma è una tassa giusta». Il perdente della guerra fra Russia e Ucraina? «L’economia europea». È il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a chiudere la tre giorni del Forum Ambrosetti, la tradizionale kermesse d’inizio settembre in corso a Cernobbio (Como), che ha visto in questi giorni la partecipazione di dodici ministri. Nel suo intervento, il titolare del Mef ha affrontato alcune delle questioni più spinose che il governo Meloni si è trovato ad affrontare nel suo (quasi) primo anno di lavoro. A cominciare dall’impatto del Superbonus 110% e degli altri bonus edilizi sui conti pubblici. «A pensare al Superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi», ha attaccato oggi Giorgetti dal palco di Cernobbio.

La guerra in Ucraina e la tassa sugli extraprofitti

Ma c’è di più. Al di là delle forti critiche – per la verità non nuove – verso il bonus edilizio partorito dal Movimento 5 Stelle, Giorgetti è tornato a dire la sua anche sulla guerra in Ucraina. Secondo il ministro leghista, il conflitto in corso «ha già un perdente certo: è lo stato dell’economia europea, tanto che l’esecrato intervento dello Stato è tornato di moda», ha spiegato il titolare del Mef nel suo intervento al Forum Ambrosetti. Parole che sembrano fare rima con quelle pronunciate nella stessa sede ieri da Antonio Tajani, che aveva tenuto a distinguere le posizioni italiane dai “dettami” Usa. E sempre da Cernobbio Giorgetti commenta anche la contestata imposta sugli extraprofitti delle banche, varata dal governo a inizio agosto e poi ridimensionata. «Sicuramente potrà essere migliorata, quello che non accetto è che si dica che è una tassa ingiusta. È una tassa giusta. Vi posso assicurare che alla fine, nella sua versione definitiva, tutti quanti la potranno apprezzare», ha precisato oggi Giorgetti. Insomma, al di là di alcuni dettagli ancora in via di definizione, il ministro tira dritto: «Lo Stato dà e lo Stato chiede. Lo Stato ha dato tanto in questi anni in termini di garanzie, coprendo rischi che dovevano essere del sistema del credito, per cui in un momento delicato come questo per le famiglie non si può non tenere in conto di questo aspetto».

La legge di bilancio? «Sarà prudente»

Superbonus, extraprofitti, guerra in Ucraina, ma anche la legge di bilancio, uno dei dossier più scottanti sul tavolo del titolare del Mef. Una legge, precisa il ministro, che sarà «prudente» e che terrà conto «delle regole di finanza pubblica». Se oggi l’esecutivo si ritrova con poche risorse a disposizione per poter attuare il proprio programma, d’altra parte, la responsabilità principale secondo Giorgetti è piuttosto chiara: «A proposito di Superbonus e dei 100 miliardi, questo governo ne ha pagati 20 e altri 80 sono da pagare, ma tutti hanno mangiato e poi si sono alzati dal tavolo». Nessuna novità invece sulle previsioni di crescita per l’economia italiana nel 2023. Il ministro leghista conferma la previsione fatta prima dell’estate – 1% di crescita del Pil – ma lancia anche un avvertimento: «Inevitabili variabili esterne stanno radicalmente mutando il quadro e di questo bisogna prenderne atto anche a livello europeo»

- Il superbuco dietro il Superbonus. Cresce l’allarme del governo per l’impatto sui conti pubblici: crediti saliti a 146 miliardi

3 SETTEMBRE 2023 - 08:01

di Redazione

Al momento solo 23 miliardi risultano compensati, mentre gli altri 123 “sarebbero alla ricerca” di compratori

Il superbonus, tra la revisione adottata dal governo Meloni e la scoperta di nuovi casi di truffa – scoperta che ciclicamente si ripete -, mostra dei valori di spesa, per lo Stato, insostenibili. Da marzo ad aprile di quest’anno, fuori da ogni previsione di spesa, sono comparsi altri 35 miliardi di crediti ceduti o scontati in fattura dalle imprese. Di questo tesoretto, 4 miliardi si sono rivelati falsi, mentre 12,8 sono irregolari. Numeri citati in una nota riservata che l’Agenzia dell’entrate ha fatto pervenire alla presidente del Consiglio. L’allarme nell’esecutivo c’è, ed è esasperato dalla prossimità dell’appuntamento, con la definizione della legge di Bilancio 2024. Dall’appunto arrivato dagli uffici di Ernesto Maria Ruffini, dunque, si apprende che i crediti legati ai bonus edilizi sono cresciuti da 110 a 146 miliardi di euro, di cui solo 23 sono stati compensati e portati a riduzione delle tasse dovute. Gli altri 123 miliardi, che potranno essere scontati in un quadriennio, sono in buona parte alla ricerca di un compratore. Il Corriere, che la mattina del 3 settembre analizza la questione sul giornale, sviscera i costi per ogni agevolazione data all’edilizia, negli ultimi anni. «Il bonus per i lavori sulle facciate introdotto nel 2020, al 90%, ma senza prezziario e massimali, doveva costare 5,9 miliardi, ma ne sta costando 26, cinque volte tanto. Per il superbonus si prevedeva una spesa di 35 miliardi, ma siamo arrivati quasi a cento». Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, si vedrà costretto a rimodulare ancora la Nadef, tra una ventina di giorni.

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