-Rai Oppenheimer, la destra fa esplodere il sindacato Usigrai

Molto stato, poca concorrenza. Il thatcherismo al contrario di Meloni. - DEM CASSA INTEGRAZIONE Ops! Schlein ha un problema salariale con i dipendenti del Pd

31.8.2023 C. Caruso, C. Stagnaro, A. Luna ilfoglio.it lett3’

-Rai Oppenheimer, la destra fa esplodere il sindacato Usigrai

CARMELO CARUSO 31 AGO 2023

  

Denunce, ammanchi, iscritti contro iscritti e la gaffe del caso Tg1. Lo storico sindacato rosso dei giornalisti Rai si spacca e ora c'è chi vuole fare l'anti Usigrai di destra. Gasparri se la ride

E’un filmone come quello di Nolan: Usigrainhemer. La storia, in pillole: è la scissione dell’Usigrai, il sindacato rosso dei giornalisti Rai, disconosciuto oramai dai giornalisti Rai. Per chi non sa nulla di questa sigla sindacale, ecco il cast, in una riga: 1.800 giornalisti iscritti e un leader che vale più di Fidel Castro. Si chiama Vittorio Di Trapani, 47 anni, ed è già stato segretario Usigrai due volte, attuale presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi). C’è chi lo vuole oggi in cda Rai al posto di Riccardo Laganà, componente venuto a mancare ad agosto. Notizia numero uno: esiste la possibilità che nasca l’anti Usigrai, un sindacato nuovo, spostato sulle posizioni della destra. Notizia due: si cerca un leader per questa nuova organizzazione. Tre: l’Usigrai non si arrende. Quattro: Maurizio Gasparri, e lo spiegheremo dopo, è il vero Oppenheimer: “Costringerò l’Usigrai alla resa con la mia bomba Twitter”. Rai come Los Alamos.àà

- POLITICA ECONOMICA

Molto stato, poca concorrenza. Il thatcherismo al contrario di Meloni

CARLO STAGNARO 31 AGO 2023

    

L’impegno del governo a rispettare l’attività d’impresa è tanto forte nelle parole quanto evanescente nei fatti. Le dichiarazioni della premier alla prova dei fatti

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La tassa sugli extraprofitti è controproducente. I riformisti non cedano al populismo

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La tassa sugli extraprofitti smaschera il volto populista del governo Meloni

Nell’intervista concessa ieri a Maria Latella sul Sole 24 ore, Giorgia Meloni ha ribadito le ragioni dell’imposta sugli extraprofitti delle banche: “Il profitto è chiaramente il motore di un’economia di mercato. Ma questo vale quando il profitto deriva dall’intraprendenza imprenditoriale. Cosa diversa è quando registriamo profitti frutto di rendite di posizione”. E ancora: “Io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale, ma non intendo difendere le rendite di posizione”. Queste risposte sono interessanti non tanto per la (fragile) difesa del nuovo tributo, ma perché forniscono una chiave per interpretare la politica economica del governo. Sfortunatamente, l’impegno a rispettare l’attività d’impresa è tanto forte nelle parole, quanto evanescente nei fatti….

- DEM CASSA INTEGRAZIONE Ops! Schlein ha un problema salariale con i dipendenti del Pd

ALESSANDRO LUNA 31 AGO 2023

    

A fine settembre scadrà la cassa integrazione per i dipendenti del Partito democratico. A quel punto la segretaria dovrà scegliere se tenerli o licenziarli. Nel frattempo affida la comunicazione all'ex renziano Francesco Nicodemo

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Pregi e limiti del salario minimo oltre gli opposti estremismi

Il partito del salario minimo ha un problema con i suoi dipendenti: circa 90 lavoratori assunti dal Pd sono in cassa integrazione, condizione che scadrà però a fine settembre. La segretaria Elly Schlein ha quindi un mese di tempo per decidere che farne. “A breve incontreremo i sindacati delle varie categorie assunte, in modo da capire come gestire questo problema. Fino ad allora non posso dire altro”, spiega Michele Fina, tesoriere del Pd. I problemi sono cominciati anni fa, nel 2014, dopo che l’ex segretario Enrico Letta, allora presidente del Consiglio, decise di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, lasciando le casse del Pd aggrappate solo al 2 per mille e ai soldi dei tesseramenti. Soldi, questi ultimi, che vengono però impiegati in una percentuale importante (quando era segretario Letta all’80 per cento) nel finanziamento delle sezioni locali. Il partito erede dei Ds ha poi subìto due forti scossoni finanziari, causati da due costosissime campagne elettorali: quella per il Sì al referendum di Renzi e quella per le elezioni politiche del 2018.

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