Il Pd di Schlein aderisce al referendum contro il Jobs Act | Le reazioni: “Ennesima abiura”

pronta a “seguire le iniziative della CGIL“, condividendone i “problemi sulla precarizzazione del lavoro in Italia”.

Redazione — 30,8. 2023 ilriformista.it lettura2’

“Io sono sempre stata contraria al Jobs, sin da quando ero nel Partito Democratico nel 2015, e per me si deve fare altro per diminuire la precarietà e i contratti a termine”. Così Elly Schelin intervistata da Agnese Pini nella giornata di ieri a Il Caffè de La Versiliana a Marina di Pietrasanta ha anticipato la sua volontà di sostenere il referendum per l’abolizione del Jobs Act, dichiarandosi pronta a “seguire le iniziative della CGIL“, condividendone i “problemi sulla precarizzazione del lavoro in Italia”. Soltanto pochi giorni fa, un’analisi sugli effetti del provvedimento, pubblicava una tabella molto esaustiva ed evidenziava un boom di occupati dal 2014 con un tasso di disoccupazione crollato al 7,4%.

Gli effetti del Jobs Act

Molte le voci del panorama politico ad aver già condannato l’annuncio della leader del PD. “Se c’è un provvedimento che ha funzionato e che fu sostenuto da tutto il Pd, Elly Schlein deve mettersi di traverso. Così sarà per il Jobs Act: dalla Toscana la segretaria dem ha annunciato che sosterrà il referendum abrogativo della Cgil. E i benefici concreti all’occupazione? E le maggiori tutele? Nulla, al Pd a 5 stelle interessano solo le abiure”, ha scritto Nicola Danti, Italia Viva. Sulla stessa linea Davide Faraone che solleva il dubbio: “Mi chiedo cosa ne pensano quelli del Pd che, invece, sono sempre stati favorevoli e che nel 2015 hanno votato quella riforma in Parlamento, bontà loro. Anche quelli che stanno attualmente in segreteria con lei, anche i capigruppo di Camera e Senato”. Anche il leader di Azione Carlo Calenda lancia il grido d’allarme sulle conseguenza che la scelta potrebbe provocare:”Appoggiare il referendum per l’abolizione del Jobs act è un errore grave da parte del PD – scrive twitter -, occorre lavorare sui salari poveri con il salario minimo e sui salari medi attraverso la detassazione del salario di produttività, non ingessare il mercato del lavoro”. “Che tristezza infinita vedere il Pd ridotto ad una appendice dei Cinque stelle – commenta Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva – costretto a rinnegare le cose buone fatte in passato come il Jobs Actche ha prodotto oltre 1 milione di posti di lavoro”. “E che imbarazzo per quel silenzio assordante dei cosiddetti ‘riformisti’ del Pd“, commenta caustica la Senatrice.

Già, i cosiddetti riformisti del PD come commentano la decisione della loro segretaria? Per ora tutto tace.

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