ALMANNO: IL GENERALE VANNACCI È L'ENNESIMO PRETESTO PER LA RESA DEI CONTI A DESTRA
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DA MESI SI È MESSO IN TESTA DI INTERPRETARE IL PENSIERO ORIGINARIO DELLA DESTRA SOCIALE CONTRO L’ATLANTISTA-DEMOCRISTIANA MELONI,
21 AGO 2023 09:48 dagospia.com lettura3’
ATTACCA CROSETTO PER LA DESTITUZIONE DI ROBERTO VANNACCI: “HA UMILIATO LA PARTE MIGLIORE DEL SUO ESERCITO. IN PRIMA LINEA CI VA LUI? C’È UN CLIMA DI DISILLUSIONE. A DESTRA C’È UNA SPACCATURA. MELONI HA CANCELLATO LE SENSIBILITÀ DELLA DESTRA SOCIALE…” – PAROLE CHE LA DUCETTA DEVE ASCOLTARE ATTENTAMENTE: UN BUON 25% DEL SUO PARTITO NON APPREZZA (EUFEMISMO) LA SUA TRASFIGURAZIONE “ISTITUZIONALE”
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1. ALEMANNO: “IL GENERALE VA DIFESO, PER QUESTO GLI ELETTORI SONO DELUSI. PRONTO A COSTRUIRE L’ALTERNATIVA”
Estratto dell’articolo di Giovanna Casadio per “la Repubblica”
“Crosetto ha umiliato la parte migliore del suo esercito: in prima linea chi vuole mandare? Ci va lui”. Gianni Alemanno, ex ministro e leader della destra sociale, difende il generale Roberto Vannacci e ammette la spaccatura a destra.
Alemanno, perché critica il ministro Guido Crosetto?
“A mio parere ha fatto due errori: il primo è quello di piegare la testa al politicamente corretto […]. E poi ha offeso uno dei migliori ufficiali dell’esercito che viene dai corpi speciali e che era stato già censurato per avere avuto il coraggio di dire cosa pensava dell’uranio impoverito alla commissione parlamentare. Questo gli aveva causato l’esilio all’istituto geografico militare”.
C’è uno scontro tra il coordinatore di FdI, Giovanni Donzelli e il ministro Crosetto
“Scontro forse è eccessivo. Però Donzelli come Bignami hanno dato voce agli elettori di destra a cui non è piaciuto affatto il comportamento di Crosetto. Lui è un ministro guerrafondaio che ha preso una posizione netta sulla guerra ucraina e sull’Indo-Pacifico mettendo a disposizione degli americani la portaerei Cavour. Nel momento in cui umilia la parte migliore del suo esercito, in prima linea ci va lui?”.
FdI rischia di perdere voti e appeal?
“Certamente c’è un clima di disillusione che si respira in tutto quel mondo che attendeva un cambiamento rispetto al passato e perciò ha votato Giorgia Meloni”.
A destra si è aperta una crepa?
“A destra c’è una spaccatura, tant’è che noi con il Forum dell’Indipendenza italiana abbiamo preso posizione contro molte delle scelte politiche del governo che è in continuità con l’agenda Draghi. Sicuramente la popolarità di Meloni trattiene ancora tanti elettori che danno consenso a FdI, anche perché finora non c’è una alternativa visibile”.
Sarà il suo partito a battere un colpo?
“Penso proprio di sì, se Meloni continua su questa strada” […] “Non voglio fare la destra della destra ma raccogliere le sensibilità della destra sociale che Meloni ha completamente cancellato da FdI […]”.
Candiderà il generale Vannacci?
“Decideremo in autunno sul nuovo partito e vedremo cosa fare alle Europee. […] Su Vannacci va innanzitutto rispettato il profilo di ufficiale in servizio, quindi è prematura qualsiasi valutazione di questo tipo”.
[…] La destra pagherà un prezzo proprio sul caso Vannacci?
“Il governo Meloni vuole fare il primo della classe sia nel contesto atlantico, sia europeo, sia riguardo al politicamente corretto. E questo può portare Meloni su un piano inclinato che farà esplodere tantissime contraddizioni”.
2. LA DESTRA SCONFESSA CROSETTO SU VANNACCI GOVERNO SPACCATO
Estratto dell’articolo di Giovanna Casadio per “la Repubblica”
La destra litiga sul generale Roberto Vannacci. Nella maggioranza sono molti a non ritenere grave quanto il generale ha scritto nel suo libro omofobo e sessista. E a prendere piuttosto le distanze dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, reo di avere “umiliato” Vannacci e di adeguarsi al “politicamente corretto”.
Dopo la frasetta di Giovanni Donzelli («Non è compito della politica, né del governo, né del partito di minoranza» valutare la correttezza di ciòche si scrive), la crepa a destra si è aperta. Si allarga, rischiando di diventare una voragine.
È il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi ieri a commentare via social: «Dopo il trattamento subito il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l’autorità dello Stato? Questo è regime».
Parte una grande “ammuina” nella destra, che […] confonde le acque e […] parla a nuora perché suocera intenda. Gli attacchi a Crosetto sono infatti indiretti. Hanno come primo bersaglio il Pd e le opposizioni, che svelano la spaccatura della maggioranza.
[…] il ministro della Difesa non deve guardarsi le spalle a sinistra, bensì dalla coalizione di governo e dallo stesso partito, Fratelli d’Italia, di cui è stato uno dei fondatori.
[…] Il capogruppo di FdI, Tommaso Foti denuncia la «polemica virulenta, accusando l’avversario politico di ciò che non ha mai detto»: in questo caso la difesa è di Donzelli, eludendo lo scontro con Crosetto. Rincara la vice capogruppo di FdI, Augusta Montaruli: «Bene dice Donzelli, la sinistra si conferma più soviet che democratica». Ma il “re è nudo”: la destra e le sue contraddizione sono davanti agli occhi di tutti. […]
Commenti
Storia di Pasquale Napolitano •
Mauro Del Vecchio. «I gay nell'esercito sono inadatti. È opportuno non dichiarare ed evidenziare la propria omosessualità. Anche nella mia carriera mi sono imbattuto in episodi di omosessualità..
© Fornito da Il Giornale
Anche nella mia carriera mi sono imbattuto in episodi di omosessualità e ho fatto in modo che quelle situazioni non si verificassero di nuovo, che chi ne era coinvolto venisse ricollocato ed impiegato in altre aree».
A pronunciare queste parole non è stato il «pericoloso», «omofobo» e «fascista» generale Roberto Vannacci, che la sinistra vuole cacciare dalle forze armate dopo le frasi provocatorie contenute nel suo libro. Ma a pensare che i «gay fossero inadatti per l'Esercito», al punto da destinarli ad altri incarichi, è stato un altro generale, Mauro Del Vecchio, che il Pd non solo non ha crocifisso in piazza ma ha addirittura promosso in Parlamento. A consegnare quei concetti a Klaus Davi è stato il generale Del Vecchio, un pezzo da novanta delle forze armate che Walter Veltroni nel 2008 volle prima capolista al Senato nella lista Pd e poi in commissione Difesa.
Eppure la sinistra non si scandalizzò, non chiese la destituzione dell'ufficiale. Addirittura lo premiò con un seggio in Parlamento. Cambiano i tempi. Cambia anche la sinistra dalla «memoria corta».
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