“Pochi anni per invertire la rotta o sarà il baratro demografico”. Parla Blangiardo
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Il radicale Turco ripercorre quel rapporto controverso tra la sinistra e il 41-bis
3.2.2023 Meotti, Rizzini, Redazione ilfoglio.it lettura 2’
L'INTERVISTA “Pochi anni per invertire la rotta o sarà il baratro demografico”. Parla Blangiardo
GIULIO MEOTTI 03 FEB 2023
"L'Italia è 'destinata a scomparire'", ha detto Meloni. Nel nostro paese sta arrivando lo "tsunami d'argento": il presidente dell'Istat spiega che le donne potenzialmente mamme nel 2070 saranno un terzo in meno. Una delle strade resta il "modello francese"
L'Italia emuli la Francia sulle nascite
“La popolazione italiana sta invecchiando e si sta riducendo al ritmo più veloce dell’occidente, costringendo il paese ad adattarsi a una popolazione di anziani in forte espansione che lo pone in prima linea in una tendenza demografica globale, lo ‘tsunami d’argento’. Ma deve affrontare un doppio colpo demografico, con un tasso di natalità in drastico calo che è tra i più bassi d’Europa. Il primo ministro Meloni ha detto che l’Italia è ‘destinata a scomparire’ a meno che non cambi”. Sta facendo discutere un articolo di Jason Horowitz sul New York Times in cui si spiega che in Italia sta arrivando quello che gli esperti definiscono “Silver Tsunami”. E che potrebbe far “sparire” il paese. L’Italia, scrive il New York Times, è “un laboratorio per molti paesi con popolazioni che invecchiano”. Resta da capire quando sarà troppo tardi per uscire dalla “trappola della bassa natalità”. “Che la trappola esista è un dato di fatto e se le cose restano così, anche solo per inerzia, il finale della storia è noto”, dice al Foglio Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat e fra i massimi demografi italiani.
-IL RACCONTO
Il radicale Turco ripercorre quel rapporto controverso tra la sinistra e il 41-bis
MARIANNA RIZZINI 03 FEB 2023
Lui, segretario del Partito radicale, si è sempre detto contrario. Ma nel 1992, il regime carcerario nato in una situazione emergenziale si volle stabilizzare. E anche oggi i dem non intendono mettere in discussione la sua esistenza
Il grave errore di criticare il 41-bis solo quando conviene
Inadatto a isolare il detenuto e a indebolirne la leadership: perché ripensare il 41-bis
Molti anni fa, quando il 41-bis si cristallizzava fuori dall’emergenza post stragi di mafia e veniva stabilizzato come regime di detenzione dura, Maurizio Turco e Sergio D’Elia, rispettivamente oggi segretario del Partito radicale e dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”, facevano un lungo viaggio nelle carceri, con ricognizione dello stato fisico e psichico dei detenuti sottoposti a 41-bis. Ne usciva un libro dal titolo eloquente: “Tortura di stato. Inchiesta su ‘La comunità del 41-bis reale’ ”, con prefazione di Marco Pannella (ed. Marsilio).
-Le conseguenze del “partito della fermezza” sul 41-bis della sinistra
REDAZIONE 03 FEB 2023
“Il Pd non lo ha mai messo in discussione" dice anche oggi Serracchiani sul regime carcerario a cui è sottoposto Cospito. E la memoria va a Provenzano. La dannosa logica emergenziale (e prona all’antimafia chiodata) del Pds-Pd
"Entro l'11 febbraio Nordio può revocare il 41-bis a Cospito". Parla il garante dei detenuti
Inadatto a isolare il detenuto e a indebolirne la leadership: perché ripensare il 41-bis
Varata nel 1986 da un politico di sinistra e garantista come Mario Gozzini, la legge che intendeva essere migliorativa dell’ordinamento penitenziario conteneva anche la breve modifica “bis” all’art. 41, che introduceva la “facoltà di sospendere le normali regole di trattamento” in casi di emergenza. Dopo le stragi del 1992 il decreto “Martelli-Scotti” estese il 41-bis e nel 2002 diventò definitivo ed esteso al terrorismo. Ma già in quegli anni le (sempre rare) voci garantiste criticavano la scelta: le emergenze non erano più tali e la norma a rischio costituzionale.