Cara Giorgia ti scrivo. Dal lavoro alle tasse, sportellate affettuose con i sogni economici di Meloni
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Quali sono le idee in economia della nuova leader del centrodestra? E cosa deve farci davvero paura? Indagine sul programma, a partire dal colloquio con il suo diretto responsabile, il senatore Giovanbattista Fazzolari.
OSCAR GIANNINO 01.8.2022 ilfoglio.it lett2’
Le differenze con gli alleati ci sono, ma l'adesione all'atlantismo non basta per emanciparsi dal populismo
Lo scenario, oggi, non è del tutto improbabile e vale dunque la pena farsi quella domanda. Se la destra dovesse vincere le elezioni. Se Giorgia Meloni dovesse risultare come la guida riconosciuta della coalizione. Se la leader di Fratelli d’Italia dovesse finire alla presidenza del Consiglio. Se tutto questo dovesse accadere, che cosa rischierebbe l’economia italiana?
L’analisi che segue intende rispondere alla domanda seguendo un metodo. Una prima parte del ragionamento coincide con una questione che dovrebbe essere deontologica per un giornalista: rivolgersi direttamente alla fonte e raccogliere risposte a domande precise. Una seconda parte considera invece un altro punto: i dubbi e rischi che restano aperti. E poi l’epilogo: che cosa è davvero e cosa non è l’economia della “destra” in questi anni? Occorre però una breve premessa. Chi qui scrive conosce Giorgia Meloni da prima del suo successo crescente. Meloni officiò anche il mio matrimonio in Campidoglio. Abbiamo idee e culture profondamente diverse ma abbiamo sempre continuato a parlarci. Le ho sempre riconosciuto una grande determinazione nel non piegarsi a Silvio Berlusconi e a Matteo Salvini, neanche quando il suo partito era agli inizi ed era ancora molto giù nei consensi (alle politiche del 2013, Fratelli d’Italia raggiunse appena l’1,9 per cento; alle politiche del 2018 raggiunse appena il 4 per cento). Detto ciò, tra noi non c’è mai stato un velo d’ipocrisia: né lei ha evitato di sfottermi in quanto “libberale”, né io ho nascosto ciò che dico da sempre in pubblico, e cioè che il fascismo mi fa orrore (come ogni tirannia, ma il fascismo è nato in Italia). Proprio perché non c’è reciproca ipocrisia, spero il lettore non voglia credere che quanto segue sia inficiato da quanto sopra detto.