Vincoli e impegni. Che succede se si scassa il Pnrr? Risposte
- Dettagli
- Categoria: Italia
La procedura prevede una valutazione preliminare delle Commissione europea, il parere del Comitato economico e sociale e, infine, una decisione che autorizzi l’erogazione dei fondi. Come è messa l'Italia: rischi e prospettive
ALBERTO SARAVALLE E CARLO STAGNARO 01 AGO 2022 ilfoglio.it
Che ne sarà del Pnrr? Il Piano, da cui dipende l’erogazione di circa 190 miliardi di euro (69 a fondo perduto e 122 di prestiti), prevede l’attuazione di riforme e investimenti, con un preciso cronoprogramma che deve completarsi entro il 2026. L’erogazione dei fondi è condizionata al raggiungimento di “traguardi” che denotano risultati qualitativi e “obiettivi” per indicare i risultati quantitativi. I pagamenti sono su base semestrale, previa verifica del rispetto degli impegni assunti nel piano approvato dal Consiglio. Per consentire ciò, l’Italia ha concluso un accordo operativo che dispone incontri trimestrali, scambi di informazioni e accesso ai dati. Un corposo allegato specifica i singoli obiettivi e traguardi, indicando il meccanismo per verificarne l’attuazione.
L’Italia ha finora ottenuto un prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro ad agosto 2021 e 21 miliardi di euro (al netto del rimborso di 3,1 miliardi per il prefinanziamento) ad aprile 2022. Secondo la Commissione abbiamo centrato tutte le scadenze e gli obiettivi previsti. Il 29 giugno abbiamo presentato una richiesta per la seconda rata di 21 miliardi per i 45 impegni del primo semestre (44 traguardi e 1 obiettivo). Più passa il tempo più le cose si complicano: diminuiscono i traguardi e aumentano gli obiettivi. Nel semestre in corso, per esempio, vi sono 39 traguardi e 16 obiettivi (assunzioni, erogazioni di fondi, aumento del gettito, ecc.). C’è dunque meno margine per valutazioni discrezionali.