“Non ha avuto torto probabilmente Gaetano Salvemini a scrivere: “La classe politica italiana è per il 10% migliore, per il 10% peggiore e per l’80% uguale al Paese che rappresenta”
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1-“SENZA UN PARTITO ALLE SPALLE NON SI PUO’ FARE POLITICA” ALDO CAZZULLO: “LA NOSTRA RESTA LA REPUBBLICA DEI PARTITI. PRODI E MONTI .. 2-L’agenda Giavazzi strappata
24.7.2022 da ilfoglio.it e dago.com lettura2’
1-AVRANNO COMMESSO MOLTI ERRORI MA SE ENTRAMBI HANNO SENTITO L'ESIGENZA DI FARSI UN PARTITO,
È PERCHÉ SI SONO RESI CONTO CHE IN ITALIA, A PRESCINDERE DALLE TUE CAPACITÀ E DAI TUOI SUCCESSI, SENZA UN PARTITO ALLE SPALLE ALLA LUNGA NON PUOI FARE POLITICA. A MENO DI FARSI ELEGGERE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, COME DOPO BANKITALIA E PALAZZO CHIGI ACCADDE A CIAMPI…”
Dal “Corriere della Sera”
2-- IL DESTINO DELLA DRAGHINOMICS L'agenda strappata di Francesco Giavazzi
STEFANO CINGOLANI 23 LUG 2022 ilfoglio.it
Che fine farà la tela di interventi tessuta dall'economista per supportare il governo di Mario Draghi? Storia di un’amicizia e di un metodo che ha portato alla sostituzione di Arcuri e che voleva rivoluzionare le ingessature dell’economia italiana. Dalle nomine alle liberalizzazioni
Quanto costa l'addio di Draghi: tutti i dossier incompiuti
L’Incompiuta. La sinfonia numero 8 in si minore di Franz Schubert viene subito in mente guardando, con un pizzico di distacco, quel che resta dopo il “regicidio” di Mario Draghi. Siamo pronti a scommettere che ha sentito nella sua mente quelle note dolenti e laceranti, un appassionato di musica classica come il professor Francesco Giavazzi, l’uomo che in questi mesi è stato più vicino al capo del governo. Una coppia nata molto tempo fa che si è cementata ancor più durante questa comune (dis)avventura. Si conoscono a Boston, Massachusetts, sotto le ali di Franco Modigliani, sono tra i pochi studenti italiani a ottenere il dottorato, anche se poi seguiranno strade diverse. Draghi, maggiore di due anni (è nato a Roma nel 1947, Giavazzi a Bergamo nel 1949), lascia la ricerca pura per l’azione, ma il loro rapporto ha resistito alla prova del tempo e persino a quella dei tassisti. “Cervelli venduti ai poteri forti”, secondo la coalizione nazional-populista che li ha sempre avversati, o profeti disarmati sotto il bersaglio del circo mediatico-politico? Draghi entra nel fortilizio di palazzo Sella nel 1992 come direttore del Tesoro chiamato da Guido Carli il quale, per restituire peso alla struttura, aveva ricreato un consiglio tipo brain trust. Giavazzi arriva in quello stesso anno con funzioni anche operative nel servizio delle privatizzazioni e del debito sotto il diretto controllo di Draghi. E’ lì che i due “amici americani” compiono il salto dalla teoria alla prassi.