Biometano e idrogeno, il riscatto della monnezza
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L’Italia cerca energia e gas ed è sommersa dai rifiuti. Renato Mazzoncini (A2A) e una visione controcorrente sui termovalorizzatori
FABIO BOGO 21 FEB 2022 ilfoglio
E se cancellassimo il tabù dei termovalorizzatori e
accelerassimo anche sul biogas? Proviamo a spiegarla così. Su un piatto della bilancia c’è una montagna di rifiuti, quella che l’Italia produce ogni anno: quelli urbani sono 30 milioni di tonnellate, e di queste ben 6,3 milioni di tonnellate finiscono direttamente in discarica (gli fanno compagnia 11,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali). Sull’altro piatto il caro gas: il prezzo di importazione è passato da 28 centesimi a metro cubo del primo trimestre 2021 a 96 centesimi di inizio 2022, con riflessi pesantissimi per le bollette delle famiglie, per le imprese e per il bilancio pubblico che accumula nuovo deficit per gli interventi di sostegno. In mezzo c’è un’opportunità, quella di sfruttare il primo problema per alleviare il secondo: trasformare i rifiuti in energia producendo elettricità, biometano o idrogeno. Con il vantaggio ulteriore di ridurre la quantità di scarti urbani che finiscono inerti nelle discariche, spingendole verso l’estinzione. Cosa la frena?